insediamento rupestre
Sugli spalti della gravina di Riggio sono state riconosciute importanti testimonianze del “vivere in grotta”, riconducibili a una frequentazione già a partire da età protostorica databile grosso modo al XV- XIV secolo a.C. (documentata da diverse tombe a grotticella e da buche di palo riferibili a palificazioni di villaggi capannicoli). Del periodo greco-romano si trova traccia di una fortificazione, alcuni graffiti e diversi reperti riferibili a ceramica di uso dello stesso periodo. Ma è in età medievale (X - XI secolo d.C.) che la gravina assume i caratteri dell’habitat rupestre con la realizzazione di un articolato villaggio strutturato in case-grotta, edifici produttivi, sistemi di collegamento, luoghi di culto e nuclei di sepolture. Il primo settore della gravina, denominato “il Caggione”, è caratterizzato da un salto iniziale di circa 15 metri dove, nei periodi di maggiore piovosità o in occasioni di precipitazioni eccezionali, si forma una suggestiva cascata naturale alimentata da una falda acquifera e dalla confluenza delle acque meteoriche. Poco oltre si sviluppa il complesso abitativo chiamato “casa fortezza”, caratterizzato da un insieme di cavità naturali, alcune adattate poi dall’intervento dell’uomo, che si distribuiscono su quattro diversi livelli, collegate tra loro da un sistema di botole e scale e scavate interamente nel banco roccioso. Nelle pareti scoscese prospicienti la “casa fortezza” si riconoscono altre unità rupestri denominate “sentinelle” o “vedette” in quanto scavate nello spalto a strapiombo sulla gravina in una posizione che favorisce la visuale su larga parte dell’insediamento. Sul lato sinistro, invece, è presente il grande complesso rupestre conosciuto come “cenobio”, che lega la propria funzione ai monaci greci che, secondo la tradizione, non documentata però dalle fonti, qui avrebbero vissuto. La ricerca e lo studio dell’intera area hanno permesso di riconoscere numerose altre grotte, diverse per dimensioni, articolazione planimetrica e funzioni: oltre alle abitazioni sono stati individuati diversi apiari dove sono state riconosciute tracce delle strutture per la produzione del miele, un frantoio, e la cosiddetta “farmacia”, così chiamata per la presenza sulle pareti di numerosi loculi quadrangolari scavati, forse, per l’esposizione e la conservazione di essenze, medicamenti e erbe officinali coltivate da chi popolava l’insediamento o, più probabilmente, legati alla diffusa pratica di allevare i colombi. Infine, nel settore più meridionale si trovano, a breve distanza l’una dall’altra, due chiese rupestri: la Cripta Minore o dei SS. Biagio e Simeone, che conserva scarsissime tracce della decorazione parietale, di dimensioni più modeste rispetto alla Cripta del Salvatore, o “Chiesa maggiore”, che conserva pregevoli cicli di pitture parietali. Costituita da un ambiente unico, di forma quadrangolare, con due absidi orientate a est; sulle pareti si conserva un sedile in pietra; ha la volta piana sulla quale, in una fase successiva all’utilizzo cultuale, è stato aperto un grande foro (diametro di 80 centimetri circa) Gli affreschi dovevano ricoprire tutte le pareti della della chiesa; lo strato pittorico più antico, datato al decimo secolo, occupa la sola parete orientale: nell’abside settentrionale è rappresentata una deesis (tema iconografico di tradizione bizantina che letteralmente significa supplica) dove in posizione centrale è possibile scorgere il volto di Cristo, affiancato a sinistra della Vergine e a destra da un San Giovanni Battista la cui figura è appena riconoscibile. Nell’abside meridionale si conserva la figura di una Vergine orante affiancata a sinistra dai Santi Andrea e Pietro, identificati rispettivamente da una iscrizione in greco e dall’attributo delle chiavi, a destra da una figura barbata che regge un bastone tortile (forse un San Giovanni) e da un santo anonimo. In entrambe le absidi lo spazio di arco e sottarco è decorato con motivi geometrici e fitomorfi, mentre nello spazio sovrastante si riconosce la figura di un volatile (forse una colomba) oltre la quale è rappresentata la scena tratta dal Vecchio Testamente che ritrae l’Ascensione al cielo del profeta Elia, con Eliseo al suo fianco, su un carro di fuoco. Poco oltre è riconoscibile una Crocifissione nella quale si riconoscono i piedi del Cristo poggianti su un teschio. Al secolo successivo, XI secolo d.C. (ma entro la prima metà) si datano, invece, le pitture della parete meridionale su cui si riconoscono un San Michele, identificato da una lunga iscrizione ingreco, con croce nella mano destra e globo nella sinistra; più in alto si conservano le figure di sette santi vescovi, nell’atto di benedire alla greca, che mantengono nell’altra mano il “libro gemmato” (il Vangelo)
- OGGETTO insediamento rupestre
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MATERIA E TECNICA
Reperti archeologici/ materiali vari/ tecniche varie
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MISURE
Misura del bene culturale 1600388909: 1300 m
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CLASSIFICAZIONE
insediamento
- LOCALIZZAZIONE Grottaglie (TA) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO contrada Belvedere, Grottaglie (TA)
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
dato non disponibile
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600388909
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0