sito 3: villa in loc. Pantano (struttura abitativa villa rustica)

Pozzilli, post fine II a.C - ante I metà I a.C

Il sito in oggetto è stato individuato grazie ad alcune anomalie presenti sul terreno (rialzi ed avvallamenti) in una vasta area non soggetta ad arature. A seguito di questa annotazione, di quanto affermato dai contadini del luogo che motivano la mancata aratura con la presenza di strutture nel sottosuolo, e vista la presenza di materiale archeologico in dispersione nelle aree subito a ridosso, una porzione del terreno d’interesse è stata sottoposta a prospezioni geomagnetiche mirate (Università degli Studi del Molise), le quali anche in questo caso (come per il sito 2) hanno confermato la presenza di strutture nel sottosuolo ad una quota prossima al piano di campagna. Alla luce di quanto emerso dalle indagini superficiali si è proceduto all’apertura manuale di un saggio di 6x4 m (denominato “saggio 1”), con un successivo ampliamento, concentrato presso l’angolo sud-occidentale dello stesso; l’area del saggio è stata fatta corrispondere con il punto di alta resistività geomagnetica. Ad una quota di -10/15 cm dal piano di campagna sono emerse alcune unità stratigrafiche interpretabili come strati di crollo, assieme ad una prima cresta muraria. La prosecuzione dei lavori su tutta l’area del saggio, consistita dapprima nell’asportazione di tutti gli strati di crollo, ha permesso l’identificazione di nove strutture murarie che delimitano sei ambienti distinti. Le attività di scavo effettuate all’interno del saggio 1 hanno permesso di documentare una piccola porzione di un edificio assai articolato, interpretabile come una villa romana di medio-alto livello, certamente estesa su un’ampia superficie ed almeno fino all’area interessata dal saggio 2, comprendendo anche la zona oggi occupata da un canneto. Le strutture indagate appartengono senza dubbio alla parte residenziale della villa. Di particolare interesse è l'unico ambiente del saggio 1 scavato in tutta la sua estensione. Dal punto di vista interpretativo le dimensioni del vano, assai limitate, spingono ad interpretare l’apprestamento come una vasca funzionale al contenimento d’acqua calda. L’ambiente contiguo era dunque destinato non solo alla produzione di aria calda (canalizzata poi sotto la pavimentazione attraverso l’apertura tra i due ambienti), ma anche al riscaldamento di acqua che, mediante una caldaia sovrapposta al vano di combustione, veniva convogliata all’interno della vasca. Lo stato di conservazione delle murature, che non mantengono porzioni in alzato rilevanti, non permette di effettuare ulteriori considerazioni circa eventuali rivestimenti parietali impermeabilizzanti, nonché in relazione ai vari elementi funzionali al passaggio e alla gestione dell’acqua all’interno della vasca. In termini di cronologia relativa i rapporti stratigrafici documentati permettono di rilevare almeno due fasi distinte: ad una prima fase appartengono cinque ambienti distinti ma contigui. La vasca, e dunque l’allestimento della camera di combustione, rappresenta un impianto successivo: la fondazione del muro SE spoliato, infatti, parrebbe impostarsi su un muro precedente, il quale, nella medesima fase d’uso dell’apprestamento idrico, dovette rimane in funzione come chiusura della camera di combustione. Anche il muro NE della vasca risulta chiaramente posteriore, impostandosi su un angolo del grande blocco angolare posto tra le due strutture. Certo è che il settore indagato dovette assumere, almeno in un secondo momento, la funzione di un piccolo complesso termale. Per quanto concerne la datazione delle emergenze archeologiche individuate, il non buono stato di conservazione delle varie unità stratigrafiche – poste ad una quota prossima al piano di campagna – nonché le attività di spoliazione che hanno interessato nel corso dei secoli il sito non permettono di individuare con puntualità una cronologia assoluta. Un unico dato, seppure indicativo, può essere rappresentato dai materiali recuperati: nei livelli di cantiere relativi alla costruzione della vasca di seconda fase vi sono alcuni frammenti di ceramica a vernice nera, i quali inducono a fissare ad un periodo non successivo all’età tardo-repubblicana la prima fase di vita dell’edificio. Incrociando il dato con quanto emerge dallo studio storico-archeologico del territorio, che indica il periodo compreso tra la fine del II e la prima metà del I secolo a.C. come momento iniziale di un cospicuo sviluppo del popolamento delle campagne di Venafro, l’orizzonte cronologico di nascita del sito può essere circoscritto a tale periodo storico. L’istallazione della villa, dunque, anticiperebbe la fase di definitivo sviluppo del territorio (quella augustea, ultimo quarto del I secolo a.C.), con la quale, invece, potrebbe coincidere la seconda fase della struttura, caratterizzata verosimilmente dall’istallazione di un impianto termale

  • OGGETTO struttura abitativa villa rustica
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • LOCALIZZAZIONE Pozzilli (IS) - Molise , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Atinense, Pozzilli (IS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE L'edicio residenziale è interpretabile come una villa rustica romana di medio-alto livello (di cui è stata parzialmente indagata la sola zona residenziale), cronologicamente collocabile nella tarda età repubblicana, dunque prima della fase di definitivo sviluppo del territorio (quella augustea, ultimo quarto del I secolo a.C.)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400108103-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA planimetria catastale (1)
    planimetria catastale (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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