Mura megalitiche di Roccacinquemiglia (cinta fortificativa)

Castel di Sangro, Età sannitica

La fortificazione corre sulla mezzacosta di tre rilievi dalla quota omogenea, separati da una piccola depressione inglobata nel circuito difensivo. La cinta presenta molte lacune sul lato sud, probabilmente a causa del riutilizzo del pietrame nelle costruzioni medievali del castello medievale di Roccacinquemiglia. Resta possibile comunque ricostruire il percorso delle mura seguendo il terrapieno ancora visibile. Il versante meridionale, non essendo molto scosceso, ha reso necessaria la costruzione di strutture difensive a mezzacosta, circa 50 m al di sotto della cima del colle. Le mura si limitavano a seguire il versante del rilievo, proseguendo la corsa verso nord. Sul lato ovest queste strutture creano un terrapieno, largo 20 m, che consente l’agevole fruizione del versante di per sé molto ripido. L’unico accesso ancora visibile nella cinta è costituto da una porta del tipo a corridoio obliquo, la porta è dove il perimetro murario, assecondando il pendio, piega di novanta gradi verso est. Il sentiero di accesso correva per gli ultimi metri sotto le mura così da rendere un’eventuale attacco estremamente difficile. Nonostante le guance della porta non siano conservate se ne può stimare la larghezza intorno ai 4 metri. La cinta, superata la porta, prosegue per atri 150 m per poi scendere di quota per munire la piccola valle interna che separava la prima cima dagli altri due rilievi. La piccola valle è risultata priva di evidenze murarie visibili a causa della sua destinazione a pascolo, per cui i grossi muri sono stati sostituiti da muretti e terrazzamenti. Il perimetro murario, piega nuovamente verso nord adattandosi alle pendici di altri due rilievi dalla cima allungata, più accessibili rispetto a quello meridionale. Sul pendio est, molto scosceso, vi è un camminamento a circa 30 m dalla sommità del rilievo. Anche su questo versante le mura perdono quota in corrispondenza della valle intermedia. Superato il colle settentrionale la fortificazione proseguiva per circa duecento metri in direzione sud-ovest a quota 1109 m. Anche in questo tratto, nonostante non resti nulla della cinta, il suo percorso è ricostruibile dall’aggere. Le indagini condotte dalla Soprintendenza di Chieti hanno messo in evidenza la presenza di un tratto murario appena sotto la cima più elevata (quota 1164 m). Detto muro doveva recingere tutto il ciglio meridionale della cima, in prossimità della depressione interna delle difese. Due fonti, poste appena all’esterno del circuito murario, dovevano assicurare l’approvvigionamento idrico. Le murature sono realizzate con blocchi che risultarono di difficile lavorazione, da qui la scelta di mettere in opera conci estremamente disomogenei per grandezza e forma. Solo le murature in prossimità dell’accesso mostrano un’accuratezza maggiore nella superficie esterna e nel taglio più netto dei blocchi; accuratezza dovuta alla scelta di una pietra di migliore qualità in quanto meno soggetta a fenomeni di carsismo

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