Aufidena (sito pluristratificato)
Riferibili all’epoca sannitica sono i rinvenimenti dispersi di vici e necropoli a Campo Consolino di Alfedena, a Campo Dragone, nel Piano di Santa Liberata lungo il Sangro, a Pianizze e Orti del Principe nel Piano del fiume Zittola e, ancora, sul Piano Sant'Angelo. La tracce dell'insediamento fortificato principale si sono conservate nella località della "valle del Curino", che comprende due cime e una piccola valle tra di esse. Restano tratti delle mura in opera poligonale, un edificio pubblico (chiamato convenzionalmente "Basilica") e un piccolo tempio. Entrambi gli edifici sono datati ad un'epoca posteriore alla conquista romana. Mura di fortificazione si sono rinvenute anche nelle località di "Civitalta", su uno spuntone roccioso che sovrasta l'insediamento di Curino e, forse, riferibile ad una fase più antica. Altri recinti fortificati di epoca sannitica sono stati riscontrati a Castel di Sangro e nella località "Selva di Monaco", presso la frazione di Roccacinquemiglia. La necropoli di Campo Consolino, scavata estensivamente da Lucio Mariani tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo scorso, ha restituito circa 1500 sepolture a cui sono da aggiungere quelle scavate dalla Soprintendenza Archeologica alla fine degli anni Settanta. L’arco di utilizzo della necropoli appare concentrato tra gli inizi del VI e la fine del IV sec. a.C. L'area mostra una organizzazione interna non casuale con tombe disposte a formare raggruppamenti irregolari ma strutturati, collocati a distanze regolari tra loro, espressione di clan familiari. Relativamente alla fase romana vanno segnalati i ritrovamenti nell'attuale contrada Campitelli dove doveva essere il foro cittadino, come sembrano attestare, tra l'altro, una serie di iscrizioni da cui si deduce la presenza di un macellum e la realizzazione di strutture per i ludi degli Augustali. Vanno, altresì, ricordati i resti di un edificio preromano, inglobato in strutture imperiali individuato dietro la chiesa di San Nicola, mentre, risalgono agli anni Trenta del Novecento le notizie relative al rinvenimento di edifici sacri nel foro del municipium di Aufidena. I culti attribuiti alla divinità sannitica per eccellenza, Ercole, sono documentati in diversi santuari dal rinvenimento delle statuette in bronzo raffiguranti l’eroe, il più importante dei quali è posto lungo la riva sinistra del Sangro, nel sito occupato dai ruderi del convento di Santa Maria di Cinquemiglia. Nella zona meridionale dell’odierna Castel di Sangro, il Liberatore prima e poi il Balzano segnalarono la presenza di un ricco edificio di età romana identificato come tempio; sempre in base alle scoperte dei secoli scorsi, possono essere localizzati i siti di alcuni santuari extraurbani, come quello in località Casadonna. Alle prime fasi dell’insediamento di età romana appartengono i resti di una domus realizzata su un terrazzamento artificiale del pendio sud-ovest del Colle, parzialmente messa in luce
- OGGETTO sito pluristratificato
- LOCALIZZAZIONE Castel di Sangro (AQ) - Abruzzo , ITALIA
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE Aufidena, attribuita da Tolomeo e a lungo creduta centro dei Sanniti Caraceni è stata, a partire dal Balzano e poi, successivamente, grazie agli apporti del De Sanctis e di La Regina, riconosciuta come centro riferibile ai Pentri. Il municipium romano di Aufidena è stato localizzato nel territorio di Castel di Sangro, nei pressi della confluenza tra il Sangro e lo Zittola, al limite settentrionale del territorio pentro, in una posizione a chiara valenza strategica. L'area, infatti, attraversata dall’alto corso del fiume Sangro, era aperta sia verso il Volturno che verso il Liri, finendo per costituire un'importante punto di snodo delle comunicazioni tra la Marsica in un senso e il Sannio centrale nell'altro. La posizione circoscritta da alte montagne, malgrado le comunicazioni possibili prima enunciate, determinò lo sviluppo e la persistenza di una civiltà caratteristica di un popolo guerriero che mantenne i suoi usi, costumi, riti, pressoché intatti fino alla dominazione romana, come testimoniano i rinvenimenti delle necropoli. Si tratta di una popolazione che, ancora agli inizi del V sec. a.C., viveva su modelli arcaici con strutture insediative non urbanizzate capaci di soddisfare necessità immediate di sussistenza, legata a forme e modi costruttivi di forte conservatorismo in un'organizzazione sostanzialmente tribale. Mommsen e Buonocore assegnano all'ager aufidenate un'estensione comprensiva dei territori dei comuni di Alfedena, Castel di Sangro, Pescocostanzo, Roccaraso e Rivisondoli fino a lambire San Pietro a Maiella e Rionero Sannitico in Molise. Le fonti testuali tracciano i capisaldi cronologici a cui si ancorano le datazioni dei rinvenimenti: al 298 a.C. risale la conquista da parte del console Cneo Fulvio Centumalo di Bovianum e Aufidena, mentre al 494-495 è datata la lettera di Gelasio I con la quale vengono nominati gli arbitri nella causa contro il vescovo Aufidianae civitatis, prima del trasferimento del nome da Castel di Sangro ad Alfedena, avvenuto dopo il VII secolo, quando Aufidena, insieme a Teate ed Aesernia, è elencata tra le città maggiori del Sannio
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300300989
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0