Corfinium (sito pluristratificato)
Nei pressi del centro di Pentima, in località Piano di Civita, grazie ai rinvenimenti epigrafici è stato possibile localizzare l'antica Corfinium; l’antico centro tramutato, infatti, il nome nel periodo romano in Pentima e in epoca medioevale in Valva, ha ripreso il nome classico nel 1928. La ricostruzione dello schema urbanistico risulta alquanto complessa in quanto l'insediamento medievale ha obliterato ogni traccia precedente. Gli assi principali della città romana sembrerebbero essere abbastanza irregolari, mentre il sistema fognario e di distribuzione idrica appaiono strutturati secondo uno schema più ordinato. Grazie ai rinvenimenti epigrafici è stato possibile determinare l'esistenza di diversi edifici pubblici, tra cui alcuni templi, il macellum (forse identificabile in un lacerto murario rinvenuto presso Casa Galli) e la basilica, nessuno dei quali è però stato individuato con certezza e incerta resta la collocazione del Foro. Unica eccezione il teatro la cui presenza è stata rilevata grazie all'interpretazione di foto aeree, da parte del Cianfarani, e successivamente comprovata dal ritrovamento di parte dei muri radiali della cavea nelle cantine di alcune case. Anche la localizzazione di altre importanti strutture, come il complesso termale eretto da Servio Cornelius Dolabella nel 113 d.C., resta incerta, anche se, secondo alcuni, è da collocarsi nei pressi della chiesetta di Santa Maria di Loreto. Gli scavi effettuati nel secolo scorso per la ristrutturazione del centro urbano hanno portato alla luce tracce di muri di sostegno in opera poligonale, di una antica pavimentazione stradale e frammenti di blocchi informi. Al lato occidentale della piazza di Corfinio si conservano resti di un tratto di fognatura e, anche lungo la via Italica, si hanno tratti di una cloaca, realizzata in opera cementizia, ricoperta di malta. Sempre lungo la via Italica, nelle cantine di alcune abitazioni, si rinvennero, già verso la fine dell'Ottocento, pavimenti a mosaico sia bianchi e neri che policromi a disegno geometrico o ornati da motivi a carattere fitomorfo. Lungo la via Pratola si sono individuati resti di un tempio di Età repubblicana non lontano dall'area sacra del pagus. Fuori delle mura della città antica sono parti di diversi edifici e nei pressi di San Pelino si è scoperto un complesso termale. Sulla base della documentazione epigrafica appare accertata l'esistenza di un anfiteatro nelle immediate vicinanze della città; in particolare, nella Valle Ombruna, la situazione topografica denuncia delle anomalie del terreno che si spiegano solo con la presenza di una struttura semicircolare, ovvero ovale, il suo, infatti, sembra artificialmente rialzato, per formare poi una conca. Nella zona suburbana si sono rinvenuti, nel corso del tempo, differenti nuclei di tombe, sia mausolei monumentali che tombe a fossa, ma anche colombari e strutture ipogee. Si tratta di necropoli rimaste in uso fino all'inizio del Medioevo. Le tombe furono in parte scavate dal De Nino dal 1877 in poi. Le più antiche sono state rinvenute a Sud, intorno all’attuale cimitero e lungo la Via di Pratola da S. Maria delle Grazie in poi. La ceramica e gli oggetti di bronzo e di ferro, paragonabili al materiale di Alfedena, permettono di datare le tombe più antiche (a fossa) almeno nel IV se non nel V sec. a.C. A partire dal III, o forse già dal IV sec. a.C., troviamo tombe a camera o a grotticella artificiale (c.d. tombe a cripta), scavate nel sottosuolo breccioso, con dròmos discendente. In superficie le tombe a camera erano segnate da una pietra piatta squadrata con epitaffio in peligno o, nelle più recenti, in latino. Dell'età imperiale sono stati ritrovati sia monumenti funerari di grandi dimensioni sia forme più semplici di deposizioni, tombe a incinerazione o tombe a inumazione. Numerosi sono anche i resti di acquedotti che captavano l'acqua dai bacini idrici circostanti. Rilevanti i rinvenimenti a Piano San Giacomo: pavimenti in opus sectile, nuclei murari in opera cementizia e numerosi reperti mobili tra cui frammenti di ceramica aretina, antefisse e monete. In generale tutta l'area circostante l'antica Corfinium ha restituito, già a partire dal XIX secolo, strutture murarie e pavimenti in mosaico. In concomitanza con gli scavi della necropoli nei pressi della Madonna delle Grazie, vennero alla luce importanti resti tra cui si segnala un bacino rettangolare, in opera laterizia di 34 metri per 51, con un rozzo fondo selciato. Le strutture variamente interpretate, attualmente si ritiene appartenessero ad un complesso termale, con piscina, edificato nel 48-49 d.C. Nei pressi della torre di Sant'Alessandro si misero in luce resti di un monumento funerario e di tombe tardo antiche, nonché parti di un acquedotto, in opera cementizia, con la volta formata da grossi blocchi, oggi non più a vista. Nei pressi della Via Claudia Valeria sono i resti un antico lastricato stradale, affiancato da tombe ad inumazione
- OGGETTO sito pluristratificato
- LOCALIZZAZIONE Corfinio (AQ) - Abruzzo , ITALIA
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Durante la Guerra Sociale Corfinium fu designata capitale federale italica (90 a.C.) e, da questa data, il nucleo abitato iniziò ad espandersi, sia all'interno delle mura che extra moenia. Infatti, sebbene la cinta muraria fosse condizionata dalla morfologia del territorio, tombe e resti relativi alla sfera sacra sono stati rinvenuti tutt'intorno. Il Foro della città imperiale era forse un adattamento di quello costruito dagli Italici nel 90 a.C. che, con il passare del tempo, assunse un aspetto monumentale. Nel teatro si svolgevano spettacoli elargiti al popolo da personaggi facoltosi, in particolare sappiamo dell'esistenza degli scabillarii, accompagnatori di danza e pantomima. Nelle iscrizioni di Corfinium si parla anche di venatores e sono stati infatti rinvenuti frammenti scultorei con la rappresentazione di un munus gladiatorium, risalenti al I sec d.C
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE I numerosi rinvenimenti si riferiscono alla città di Corfinium citata nell'Itinerarium Antonini, nella Tabula Peutingeriana e da numerosi autori latini. Il nucleo antico sorgeva in una posizione topografica naturalmente protetta, che dominava la vallata sottostante. Era collegato agli altri pagi con un sistema stradale notevolmente sviluppato, che ricalcava in parte la viabilità maggiore, sia della Via Valeria che della Claudia-Valeria. I materiali pertinenti agli edifici romani sono stati ampiamente reimpiegati nelle costruzioni successive; numerosi reperti di reimpiego sono nell'Oratorio di S. Alessandro e nella Cattedrale Valvense, edificata nel XII secolo. Le tombe di IV-III a.C., fra le quali alcune particolarmente ricche di vasellame di bronzo e ceramica importata, appartengono per lo più al periodo di massima fioritura di Corfinium, quello che precede la sua elezione a capitale dei confederati italici. La città antica, stratificata sotto il moderno abitato, comprendeva due parti distinte: un nucleo ben delimitato, probabilmente la parte più antica e l'ara. Corfinium, che dovette affrontare sia la guerra sociale che quella civile, doveva essere provvista, almeno nel I sec. a.C., di un sistema difensivo notevole, di cui non si conservano resti visibili. Il territorio urbano pare non oltrepassasse una linea che collega le chiesette campestri di Santa Maria di Loreto, San Giacomo e Santa Maria delle Grazie, sorte forse nelle vicinanze delle mura o di porte urbiche. Anche per quanto riguarda lo schema urbanistico il nucleo dell'ara, staccato dalle vie di transito, costituiva probabilmente un'unità a sé stante. La difficoltà di leggere l’assetto urbano antico, poco evidente nel tessuto urbano moderno, ha trovato un importante punto di snodo nei ritrovamenti di Piano San Giacomo che hanno fornito parametri di riferimento topografici e cronologici. La rete di viabilità attuale, infatti, conserva, a tratti, la memoria dell’organizzazione urbana romana, che mostra almeno due dispositivi sovrapposti con differente orientamento. In particolare il tratto di via Poppedio, più vicino alla Madonna di Loreto, è parallelo ad altre viabilità minori e all’edificio teatrale. Nel nodo viario tangente alla piazza del comune è presumibilmente da porsi la cerniera tra la programmazione di età tardo repubblicana e il sito poi occupato dal medievale Castrum di Pentima preesistente alla città pianificata, come sembrerebbero documentare le opere poligonali rinvenute lungo via della Curia, via Fonte e la salita Giulio Cesare
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300300991
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
planimetria (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0