saggio stratigrafico subacqueo

Bolsena,

Tra il 2018 e il 2019 è stato effettuato un approfondimento nel quadrato C1 che ha raggiunto la base della stratificazione in quel punto del villaggio. Lo scavo è stato effettuato per livelli (7 in tutto) e attentamente documentato, anche tramite l’ausilio di nuove tecnologie di ripresa fotografica e restituzione in 3D. Questo ha permesso di registrare sia in fase di scavo, sia a posteriori una sequenza stratigrafica molto dettagliata. Sono stati infatti individuati complessivamente almeno quattro livelli diversi di battuto, alternati ad almeno tre fasi di incendio. Due livelli di battuto (formati anche da più rifacimenti dello stesso) al di sotto del presunto impalcato ligneo e uno al di sopra, a diretto contatto con esso; due episodi di incendio al di sotto dell'impalcato e uno al di sopra. Negli strati con tracce di materiale andato a fuoco erano presenti la maggior parte dei resti ceramici rinvenuti, le cui superfici spesso presentavano evidenti tracce di combustione, a volte molto deformate. Negli strati andati a fuoco erano presenti anche i resti combusti di porzioni di tetto costituiti da canna lacustre, o di pareti costituite da pali di piccole dimensioni e frasche, mai riconosciuti prima di questa fase delle ricerche. Apparivano evidenti quindi diverse fasi costruttive, almeno quattro in questo settore, in parte andate a fuoco, che hanno determinato la formazione del deposito per uno spessore di circa 1,60 metri. I materiali ceramici meglio conservati e integri provenivano principalmente dagli strati più superficiali assieme a resti lignei, forse crollati con l'ultimo solaio dopo l'abbandono, mentre i reperti ceramici che si trovavano negli strati con materiale andato a fuoco, erano perlopiù frammentari; in alcuni casi i frammenti sono stati chiaramente “sistemati” e accatastati a formare la base per il battuto successivo assieme ai resti lignei non più utilizzabili. Come provato in altri contesti simili, a fasi di incendio, peraltro molto frequenti, potevano corrispondere fasi di ricostruzione nella stessa posizione di terreno. La ricostruzione di una abitazione nello stesso perimetro della precedente, prevedeva l'abbattimento della struttura andata a fuoco che veniva “spianata” e utilizzata come base per la nuova struttura successiva. Di notevole interesse la sequenza attorno al palo 126. Si è potuto constatare infatti che questo era inserito in un cavo di fondazione molto ben riconoscibile, riempito di sabbia e inzeppato con frammenti ceramici infissi verticalmente. Il cavo tagliava tutti gli strati visibili più in superficie ed è quindi da attribuirsi all’ultima fase costruttiva delle strutture presenti. Il fatto che avesse un cavo di fondazione riempito di sabbia, ha suggerisce che sia stato infisso all’asciutto. Quindi almeno in questo punto dell’insediamento, che corrisponde comunque alla parte centrale dell’area rilevata nel suo complesso, l’ultima fase dell’abitato doveva probabilmente essere stata costruita all’asciutto in prossimità della riva

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