Volsinii (sito pluristratificato insediamento urbano)

Bolsena, Età Arcaica - Altomedioevo

La città Volsinii occupava un'area di circa 65 ettari, dei quali solo 40 risultano ad oggi interessati da resti di edifici. L'abitato si articolava su terrazze digradanti verso il lago di Bolsena, la Mozzetta di Vietena, Montebello, Pozzarello, Poggio Casetta, le Grate, Mercatello e Poggio Moscini. Una grande cinta muraria di blocchi di tufo in opera isodoma abbracciava queste terrazze spesso interessate da terrazzamenti artificiali, inglobandole per ragioni difensive. La struttura urbana è regolare e si dispiega lungo la via Cassia che ne costituiva il cardo maximus. La consolare entrava in città dal Ponte del Diavolo. La viabilità principale contava quattro cardines a N e altrettanti a S e quattro o cinque decumani perpendicolari. Nonostante l'impianto ortogonale, le difficoltà orografiche hanno determinato isolati di grandezza variabile. Le ricerche condotte a partire dalla fine dell'Ottocento hanno consentito l'individuazione di alcuni edifici pubblici e di culto oltreché di numerose costruzioni private. Nella porzione sommitale dell'abitato, in località Pozzarello, un santuario è stato a torto ricondotto alla dea Nortia, e forse più probabilmente dedicato a Silvano. Più in alto, in località Poggio Casetta, gli scavi hanno individuato un altro piccolo sacello con recinto e cella. A questi si aggiungeva il sacello di Poggio Pesce, costituito da una vano con fossa sacra e altare strettamente connesso alla vicina necropoli, frequentata fin dall'epoca arcaica. Alle testimonianze di culto di epoca ellenistica si aggiungono i piccoli sacelli individuati nell’area della città romana, forse privati e, almeno in un caso, ipogei che attestano il culto di Dioniso e Venere. Ai piedi del Pozzarello sono ubicati alcuni degli isolati della città romana di Volsinii tra cui i possibili resti di un teatro, visibile in fotografia aerea ma non ancora indagato archeologicamente, l'anfiteatro del Mercatello, la cd. Villa di Laberio Gallo e quella in proprietà Paparozzi. A una quota di 362 m sul livello del mare nell'area di Poggio Moscini è visibile l'insieme degli edifici pubblici (foro, basilica) e degli edifici di servizio quali horrea, tabernae, latrinae, terme (cf. le terme di Seio Strabone). In quest'area si susseguono vari fasi edilizie le più rilevanti delle quali sono caratterizzate dalla realizzazione di isolati in opera incerta e dalla loro risistemazione in epoca flavia con il massiccio ricorso all'opera reticolata. Di particolare interesse sono, inoltre, le fasi edilizie caratterizzate dall'uso dell'opus siliceum, dell'opera quadrata isodoma e a scacchiera che costituiscono le testimonianze delle prime fasi di urbanizzazione della Volsinii romana. Appena a una quota inferiore rispetto all'area del foro e delle Insulae Ie II si apriva l'isolato occupato dalle domus del Ninfeo e delle Pitture notevoli per i numerosi vani a servizio e per gli ambienti di piacere (si veda il cd. ninfeo) e di culto (si veda il Sacello di Dioniso), talvolta obliterati o rimaneggiati pesantemente negli interventi di risistemazione di epoca imperiale. L'analisi del complesso sistema idrico ipogeo di epoca tardo-repubblicana rinvenuto nella terrazza di Poggio Moscini, ha consentito la definizione delle sequenze cronologiche di alcune classi ceramiche e della stratigrafia del sito, consentendo di apprezzare alcuni elementi strutturali della prima fase di urbanizzazione. Le ultime fasi di occupazione della città romana si collocano nell'Alto Medioevo e consistono in interventi di risistemazione di ambienti o di interi edifici (si veda ad esempio la basilica) adibiti in questa fase a luoghi di culto o di sepoltura

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