base

Thiasos dionisiaco composto da otto figure, Roma, SECOLI/ ARCHI DI SECOLI/ II-III fine/ inizio

Base (?) ottagonale in marmo bianco decorata a rilievo sugli otto lati. Ogni lato è largo 16 cm

  • OGGETTO base
  • MISURE Altezza: 46 cm
  • CLASSIFICAZIONE EDILIZIA/ ELEMENTI ARCHITETTONICI / ELEMENTI DECORATIVI E DI ARREDO
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Mattei di Giove
  • INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE È difficile precisare la destinazione del pezzo, che viene definito forse impropriamente come base (Matz-v. Duhn III, n. 3639: “achtseitige Basis”; il pezzo è nuovamente menzionato da Matz, I, p. 52, nota 185, come base "quadrangolare, perduta"). In realtà, la cornice superiore di restauro non permette di fare ipotesi sull'originaria superficie del pezzo, né di poter osservare se esso fosse incavato internamente. Oltre che di una base, potrebbe forse essersi trattato di un piccolo altare ottagonale (si conoscono altri altari di questo tipo, per quanto rari: si cfr. ad es. l'ara votiva a Juppiter e ad altre divinità di Vienne, di età severiana: Espérandieu I, pp. 281-282, n. 412; cfr. anche l'ara esagonale a Villa Medici, Cagiano de Azevedo 1951, n. 119, tav. XXXVI, 65, che però è di dimensioni molto maggiori. Non possono essere invece tipologicamente collegati al nostro pezzo gli altari funerari ottagonali frequenti nell'Italia settentrionale, decorati con motivi di girali floreali: Gabelmann 1967, p. 18 ss.). Conosciamo inoltre tipi di urne ottagonali (cfr. quella celebre di Lucilius Felix, probabilmente di età neroniana, anche se è stata ritenuta adrianea da Toynbee 1934, p. 216: alt. cm. 66, cfr. Simon in Helbig, 1252), mentre si può escludere che il pezzo fosse adibito a puteale, a causa delle dimensioni abbastanza ridotte. Per quanto riguarda lo stile e la cronologia del pezzo, un confronto può essere effettuato, a causa soprattutto del trattamento delle pieghe dei panneggi abbastanza profonde e chiaroscurate, con le figure del sarcofago dionisiaco al Museo Bardini di Firenze, datato sia in età severiana (Nocentini 1965, nn. 34-35), che anteriormente, agli inizi dell'età neroniana, soprattutto in base ai tipi delle figure che risentono maggiormente degli schemi neoattici (Matz II, p. 179, n. 72, tav. 82, 1-2; Matz IV, p. 519). Una datazione alla fine dell'età antonina o agli inizi dell'età severiana sarebbe forse preferibile per la nostra base: le figure non sono ancora slanciate come nella piena età severiana, ma i panneggi marcati e l'uso del trapano in diversi punti (ad esempio per sottolineare le pelli ferine, per la maschera a terra e per numerosi altri particolari) richiamano la tecnica di lavori inquadrabili in questo periodo (si cfr. ad es. le figure del sarcofago a Berlino-Dahlem, Matz IV, p. 474, n. 286, tav. 304, 2-4 e tav. 305, che possono paragonarsi a quelle del nostro pezzo, nonostante il miglior stato di conservazione del sarcofago). Provenienza ignota
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200122313
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
    2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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