Caracalla

SECOLI/ II seconda metà

Il torso antico apparteneva ad una statua virile stante, gravitante sulla gamba destra. La figura indossa una clamide, assicurata sulla spalla destra da una fibula a disco, che copre il petto e ricade sul dorso. La testa, come risulta da tracce all’attaccatura del collo, era rivolta a sinistra (la posizione è stata rispettata nel restauro); il braccio destro scendeva lungo il fianco restandovi abbastanza aderente. Più incerta la posizione del braccio sinistro, completamente restaurato. Ttuttavia, l’andamento delle pieghe della clamide e la disposizione dei muscoli pettorali al di sotto dell’indumento, suggeriscono una posizione analoga a quella che vediamo nel restauro: il braccio sinistro era sollevato lateralmente in modo da formare quasi un angolo retto con l’asse del corpo. Nella ponderazione e nel trattamento della muscolatura il torso presenta caratteri genericamente policletei in uno schema che si ripropone quasi identico in una serie di statue-ritratto. Può infatti collegarsi alla statua di Antonino Pio già Ludovisi al Museo Nazionale Romano, che nel medesimo schema ritmico presenta solo qualche diversità di poco rilievo (braccio destro appena più scostato dal corpo, foggia della clamide). Analogo anche il tipo di sostegno con corazza di cuoio morbido ed elmo corinzio (integro nella statua Ludovisi, qui molto restaurato nella parte inferiore, ma in maniera sostanzialmente corretta, tanto da far presupporre la conoscenza del modello antico (un esemplare inedito dello stesso tipo, in un frammento di statua di cui si conserva solo la gamba destra, è nel Palazzo Salustri-Galli a Castelnuovo di Farfa). Una seconda statua con schema in tutto simile, già a Bowood, nella Collezione Lansdowne per la quale è stato espresso qualche dubbio a proposito della pertinenza della, databile tra il 144 e il 147 d. C., contribuisce alla ricostruzione del tipo per la presenza di tracce di uno scettro (o lancia) nella mano sinistra, giustificando la posizione del braccio sinistro sollevato lateralmente seguendo le indicazioni della parte antica, sia nel torso Mattei (ove il restauro appare abbastanza corretto) sia nell’Antonino Pio Ludovisi (restaurato in un gesto oratorio). A questo gruppo può forse aggiungersi una statua con ritratto di Lucio Vero, già a Margam Park e, come variante, una statua con testa non pertinente di Ares al Vaticano. Un’altra statua identificata forse a torto con l’Antonino Pio Ludovisi ancora privo dei restauri (ma il sostegno con corazza in cuoio leggero è diverso: manca l’elmo) è in un disegno del taccuino di Pierre Jacques (cfr. Reinach S., L’Album de Pierre Jacques, Paris 1902, tav. 11 bis). Sulla base dei ritratti può dedursi che il prototipo della serie fu creato dopo il 138-40 (data della creazione del ritratto “tipo Formia”) e prima del 144-47, (data del ritratto di Marco Aurelio giovane già a Bowood, sempre che esso, come pure sembra, sia pertinente alla statua) in ambiente urbano. Per il torso Mattei, mancando la testa, si resta genericamente nell’ambito dell’età antonina

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