Le ricerche di superficie condotte negli anni '70 avevano identificato in questa zona sei concentrazioni di materiali con datazione compresa tra il Bronzo Recente e l'VIII secolo a.C. per un'estensione di circa 9 ettari. Nel 1986 ne risultava riconoscibile sul terreno solo una, venne quindi indagata tramite due saggi distinti: -il primo saggio limitato da una vigna a una stretta trincea ha restituito tracce di un focolare accanto alle evidenze di un battuto pavimentale rifatto 2 volte su cui era poggiata una fibula a Ponte Vomano e un successivo livello d'abbandono; - il secondo, effettuato a una quota più bassa, ha messo in luce uno scarico di materiale ceramico fine e domestico, fornelli mobili e strutture d'arredo. Gli strati indagati erano quelli pertinenti al IX-VIII sec. a.C., tuttavia in un approfondimento è emersa un'ansa bilaterale che fa supporre che la frequetazione di IX-VIII secolo si sia sovrapposta a una precedente (Bronzo Recente-Finale). L'area è stata oggetto di ulteriori indagini nel 1988, nel 1993 (scavi Pangea), nel 2002-03 (scavi CAL) e 2006-07 (scavi Thetys) che hanno confermato la presenza di una fase insediativa della collina testimoniata da numerosi depositi, verosimilmente scarichi di rifiuti. Nel 2005 l'area è stata oggetto di ricognizione archeologica che ha rilevato 3 aree di materiale in dispersione nella zona meridionale del pendio. Una busta di framenti di materiale ceramico di epoca picena raccolti in Loc. Casale Superiore n. 4 nel 1982 è stata consegnata nel 1984 dal Sig. Marini. Nello stesso luogo, durante i lavori dei campi, vennero distrutte due tombe alla cappuccina e furono riconosciute le tracce di due fornaci