insediamento (area urbana)

Castelleone di Suasa, PERIODIZZAZIONI/ Storia/ Eta' antica/ Eta' romana/ Eta' romana imperiale

Nel 1894 gli sterri per l'impianto dell'acquedotto di Corinaldo portarono a rinvenimenti di cui riferisce il Brizio. L'autore descrive tre zone in cui erano parzialmente in vista strutture antiche. Un primo taglio (della larghezza di 0,60 m) "di fronte la casa colonica detta Tappatino" e a monte della strada, portò alla luce, alla quota di -1,50 m, un pavimento (a). Era composto da "grandi blocchi di un marmo rosso, simile a quello di Verona, larghi circa un metro quadrato, dello spessore di oltre 0,30 m e levigati, anzi quasi lucidi, in una delle faccie". Nel secondo punto, circa "cento metri più oltre verso I'anfiteatro", si rinvenne sempre alla quota di -1,50 m, una base ionica di colonna (b), "di m 0,75 di diametro e di assai buon lavoro". Poggiava su una fondazione costituita da "un grande dado marmoreo, largo un metro". Alla distanza di "60 metri [...] quasi di fronte all'anfiteatro" si rinvennero infine fondazione di colonne (c), che il Brizio descrive come "una fila di blocchi quadrangolari di calcare, larghi più di un metro i quali erano sovrapposti due a due e costituivano le fondamenta di colonne costruite a tamburi". "I blocchi equidistavano fra loro quattro metri; ma i due di mezzo soltanto m 3,20, e lo spazio racchiuso fra essi era occupato da un grosso e largo gradino fatto in due blocchi, della lunghezza complessiva di m 2,80, in modo che rimaneva un vuoto di venti centimetri per parte fra i gradini e la base della colonna. Tale vuoto probabilmente era riempito con grossi mattoni esagonali, i quali circondavano altresì da ogni parte le altre due basi di colonne e costituivano il pavimento dell'edifizio"

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'