Chiesa di San Martino di Serò (strutture per il culto edificio di culto)

Zignago, PERIODIZZAZIONI/ Storia/ Eta' medievale

La chiesa di S. Martino di Serò si trova nella frazione omonima, circondata dal fitto tessuto insediativo del borgo e prospettante su Piazza XX Gennaio 1945. Nella sua configurazione attuale, con impianto ad aula unica e copertura voltata a botte, l’edificio di culto è il risultato di una ricostruzione operata nel 1643, come attesta l’iscrizione incisa sull’architrave del portale in arenaria, e non presenta in vista evidenze murarie attribuibili a fasi precedenti. Tuttavia, alcune indagini archeologiche condotte nel 2005 in relazione agli interventi di restauro e consolidamento statico del monumento, interessato da dissesti strutturali, hanno accertato la presenza nel sottosuolo di tracce materiali più antiche. Un sondaggio eseguito nell’area absidale ha posto in luce, al di sotto del pavimento in graniglia risalente agli anni ’50, uno strato rimaneggiato connotato dalla diffusa presenza di resti osteologici umani e frammenti di stucchi provenienti dalla demolizione di più antichi altari. Quest’ultimo deposito copriva i resti di una pavimentazione in lastre di ardesia, allettate sopra uno strato di calce, steso a sua volta sulla rasatura di una struttura costituita da due tratti di muratura, con spessore di 90 cm, congiunti ad angolo retto, forse interpretabili come le tracce di un’abside precedente a quella seicentesca. Tali evidenze si impostavano a loro volta sopra una più antica struttura muraria con orientamento nord-sud, interrompendone lo sviluppo planimetrico. La muratura, con spessore di 65 cm, presenta una tecnica costruttiva che si caratterizza per l’impiego di blocchetti lapidei, con faccia a vista tendenzialmente quadrangolare, disposti irregolarmente, richiamando una possibile datazione al X-XI secolo. Una significativa successione di evidenze stratigrafiche è emersa anche nel sedime della navata, dove l’asportazione del pavimento in graniglia ha posto in luce un precedente piano di calpestio in ardesia (analogo a quello attestato nella zona absidale) che sigillava preesistenti strutture murarie. Una muratura, con andamento nord-sud, solo parzialmente individuata in quanto estesa oltre il perimetrale sud dell’impianto seicentesco, potrebbe forse interpretarsi come un più antico muro di facciata dell’edificio di culto; ad essa si appoggia una struttura quadrangolare identificabile come ossario, svuotato e rimaneggiato già in antico, sebbene in epoca non meglio precisata. Il deposito di riempimento dell’ossario ha restituito frammenti di manufatti ceramici medievali, da ritenere evidentemente in giacitura secondaria. Nel complesso, sebbene non si disponga al momento di chiari indicatori cronologici, l’insieme delle opere murarie poste in luce attesta l’esistenza, nel sedime della chiesa, di un deposito archeologico di notevole interesse. Si tratta, evidentemente, di un contesto pluristratificato con elevato potenziale informativo, come dimostrano le differenti tecniche murarie documentate e i frequenti rapporti fisici di addossamento fra le strutture. L’esplorazione integrale di tale deposito potrebbe offrire pertanto significativi elementi per ricostruire la storia della chiesa di S. Martino e, indirettamente, del borgo di Serò. Le articolate vicende storiche del sito e l’antichità del luogo di culto sono suggerite anche dalle fonti documentarie, dalle quali si apprende che nel territorio di Serò si trovavano beni fondiari dell’Abbazia di S. Salvatore di Leno (Brescia), i quali vennero confermati dall’imperatore Enrico II, con un diploma del 1014 che cita espressamente “Griniacula cum una ecclesia”, località identificata con il primo nucleo insediativo di Serò, posto lungo la mulattiera che conduceva a Pieve di Zignago. L’edificio di culto, questa volta esplicitamente indicato come cappella di S. Martino, ricompare negli estimi della Diocesi di Luni del 1470-71, dove è annoverato tra gli enti dipendenti direttamente dal vescovo lunense

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