Chiesa di Santa Maria Assunta e San Marco di Roggiano (strutture per il culto edificio di culto ed annessi)

Sesta Godano, ca XII - ca XXI

La chiesa di S. Maria Assunta e S. Marco di Roggiano e le sue pertinenze sorgono in posizione decentrata rispetto all’abitato di Sesta, al di sopra della piana omonima, e ne dominano la vallata ponendosi su un esteso terrazzo fluviale sulla riva sinistra del torrente Gottero. La piana è attraversata da un percorso proveniente da Levanto e diretto nel Pontremolese attraverso il Passo del Rastrello, che identifica una direttrice di grande importanza nel Medioevo e probabilmente già attiva fin da epoca protostorica. Nell’area dell’attuale parrocchiale, ricostruita in forme settecentesche, insisteva l’antica plebs de Robiano, toponimo documentato per la prima volta in un atto del Monastero del Tino del 1105 e di ipotetica origine romana, forse derivante da una forma aggettivale riferita a un fondo agricolo di pertinenza della gens Rubria, documentata nell’ager lunensis. La pieve di S. Maria e S. Marco è citata nella bolla di Eugenio III del 1148 e in due successivi privilegi papali, mentre non compare nella lista della colletta del 1276. Dalle decime indette da Bonifacio alla fine del XIII secolo risultano di dipendenza della pieve le cappelle di S. Michele di Chiusola, S. Rocco di Teviggio, S. Vincenzo di Costola, S. Martino di Casale e S. Giustina di Rio, alle quali vanno aggiunte S. Pietro di Buto e S. Martino di Cavallanova, assegnate alla pieve negli estimi del 1470-71. La posizione della pieve risulta pertanto fortemente decentrata, non solo rispetto all’abitato di riferimento, ma anche nei confronti del territorio sul quale esercitava la propria giurisdizione, connotandosi quale punto di riferimento religioso di un areale caratterizzato in prevalenza da insediamento sparso. Isolata sulla riva sinistra del torrente Gottero, costituisce un’enclave nel piviere di Cornia, in quanto tutte le sue pertinenze sono collocate sulla sponda opposta del corso d’acqua. Secondo la ricostruzione di F. Sassi, la circoscrizione della plebs de Robiano corrispondeva a un esteso territorio avente i seguenti confini: il crinale appenninico tra il passo del Lupo e il monte Antessio, il crinale tra le valli del Gottero e del Mangia, il corso del Vara fino alla confluenza dello Stora, il corso dello Stora e l’affluente Rio Gelato. La chiesa parrocchiale e le relative pertinenze hanno subito nel corso dei secoli ampliamenti e ricostruzioni. L’edificio di culto si presenta in forme settecentesche, in quanto, come informa l’epigrafe in facciata, venne edificato nel 1718, in sostituzione della pieve medievale. L’impianto è ad aula unica, con presbiterio rialzato rispetto alla navata e coperto da una volta a botte ribassata, sgusciante nel catino absidale. A fianco del presbiterio, sulla destra, è posta la sagrestia. Esternamente si trovano la casa canonica, posta di fronte alla facciata, e la torre campanaria. Quest’ultima, completata soltanto nel 1826, è isolata poco a nord del corpo della chiesa. In conclusione, considerazioni geomorfologiche e di carattere topografico e storico conducono a ritenere il sedime di quest’area, oggetto di ricognizioni di superficie condotte in anni recenti, di elevato interesse archeologico. La peculiare posizione dell’edificio, prospiciente e dominate la piana di Sesta, lungo un’importante direttrice che pone in comunicazione i due versanti dell’appennino tosco-ligure, costituisce una postazione di sicura efficacia per il controllo del passaggio di uomini e merci. In particolare, l’interesse si fonda sulla concreta possibilità che al di sotto degli edifici attuali si conservino tracce delle strutture medievali, nonché evidenze riferibili a frequentazioni di epoca romana e protostorica, in considerazione del toponimo, che richiama un’origine prediale, e della continuità di utilizzo che contraddistingue le vie di percorrenza dell’entroterra ligure

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