Castello e borgo di Godano (insediamento borgo)

Sesta Godano, ca XIII - ca XVII

Il castello di Godano è stato oggetto di indagini archeologiche condotte tra il 2014 e il 2015, in occasione di interventi di riqualificazione e valorizzazione della rocca sommitale. Gli esiti delle attività di scavo, che hanno riportato in luce la cinta muraria e l’articolazione dello spazio al suo interno, hanno permesso di ricostruire le principali fasi di occupazione e di trasformazione dell’impianto fortificato. Coerentemente con le prime attestazioni contenute nelle fonti documentarie, la fondazione della rocca sommitale è attribuibile al secolo XIII, quando la fortificazione gravitava nell’orbita dei Malaspina. L’impianto era costituito da una cinta difensiva poligonale, realizzata in bozze di calcare e arenaria disposte su filari regolari, che racchiudeva alcuni ambienti addossati al recinto. Nel corso del Trecento la rocca venne dotata di una cisterna, situata alla base di una torre quadrangolare, oggi abbattuta, e successivamente interessata dallo svolgimento di una particolare attività produttiva. Lo scavo ha infatti rivelato come la fortificazione divenne, tra il XV e gli inizi del XVI secolo, sede di una zecca clandestina, volta alla falsificazione di monete genovesi e/o milanesi. I principali indicatori di questa attività sono rappresentati da tondelli non coniati, lamine in lega di rame e lingotti in piombo argentifero, rinvenuti nel corso dello scavo. Nel Cinquecento avanzato, quando parte della rocca era stata distrutta e Godano aveva giurato fedeltà a Genova, la continuità di utilizzo del sito è testimoniata dall'allestimento di un punto di avvistamento militare, costituito dalla torre con cisterna e da altre strutture murarie ad essa correlate, oltre che da un contrafforte esterno alle mura e da uno spazio acciottolato con copertura lignea, di cui sono state rinvenute le buche per i pali di sostegno. Tale assetto si mantenne invariato fino al XVII secolo, quando sembra venire meno la funzione difensiva dell’impianto. Tra la fine del Settecento e l’Ottocento il sito è interessato dall'allestimento di orti e quindi dall'approntamento di una postazione militare tedesca nel corso del Secondo Conflitto Mondiale. In una fase successiva allo studio della rocca è stata condotta un’indagine preliminare di archeologia dell’architettura che ha interessato il borgo sottostante, con l’intento di acquisire una prima serie di dati in merito a eventuali sopravvivenze murarie di età medievale. Lo studio preliminare, nonostante i limiti di leggibilità delle murature, ha permesso di individuare alcuni settori dell’abitato di particolare interesse, prospettando un elevato potenziale informativo che potrà essere più approfonditamente valutato in occasione di future indagini. Tra le evidenze più rilevanti si segnalano tratti di muratura con orientamento nord-sud inglobati nel più tardo muro di perimetrazione del borgo, sul lato occidentale, o in successive espansioni dell’abitato, le cui caratteristiche tecnico-costruttive – accostabili a quelle della cinta del castello – e la particolare collocazione topografica lasciano identificare con le tracce residue di una cinta muraria tardo medievale posta a protezione del borgo. In relazione allo stesso sistema difensivo sono interpretabili i resti di un piccolo corpo di fabbrica a pianta quadrangolare ubicato lungo il medesimo allineamento e privo di aperture alla base, nel quale sembra plausibile individuare una torre di fiancheggiamento. Ulteriori evidenze murarie, che forniscono preziose informazioni circa l’assetto insediativo dell’abitato tra il tardo Medioevo e la prima Età Moderna, sono state inoltre individuate negli scantinati di alcuni edifici interni al circuito fortificato

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