San Calocero (basilica, strutture per il culto)

Albenga, VI sec. d.C

ll complesso di San Calocero è situato alle pendici settentrionali del Monte di San Martino, all’esterno della città murata di Albenga, in corrispondenza di un’area che ha restituito preesistenze di età romana imperiale. Esso è costituito dai resti di un insediamento funerario, su cui si impiantò la chiesa martiriale nella prima metà del VI secolo, e di un monastero di età medievale. Si devono a Nino Lamboglia le prime indagini nel 1934, proseguite con la significative campagne del 1938-19339 e nel 1971-1972. Successivamente le indagini archeologiche vennero riprese dalla Soprintendenza per Beni Archeologici della Liguria, in collaborazione con il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e l’Ecole Française de Rome, tra il 1985 e il 2008. La fase più antica del complesso monumentale, antecedente la fondazione del santuario, è rappresentata dalla porzione inferiore del largo muro ad L di sostruzione della facciata e della navata centrale della futura chiesa. Il muro viene datato ora alla seconda metà del I sec. d.C. tramite il confronto con murature coeve della città e interpretato come parte di un recinto cimiteriale. Nel corso del V sec d.C., prima della costruzione della chiesa più antica, l'area venne sistemata come luogo di culto: il muro del recinto venne rialzato, all'interno la scarpata rocciosa fu livellata colmandola con un terrapieno, a nord del recinto fu costruito un altro muro parallelo, scandito da cinque arcate. Tra la fine del V e l'inizio del VI sec. d.C. venne edificata una chiesa a tre navate, orientata a est e preceduta da un atrio quadrangolare porticato sul lato nord.Essa doveva essere costituita dalla navata centrale con abside semicircolare e da un’ulteriore navata posta a settentrione, con funzione di copertura della cripta sottostante, adibita ad area funeraria. Un ulteriore vano liturgico, lungo e stretto, era localizzato contro il monte. Significativi i resti scultorei di numerosi arredi liturgici (pilastrini, lastre, plutei, capitelli) che testimoniano una prima monumentalizzazione della chiesa intorno alla metà del VI secolo, secondo uno stile bizantineggiante. Un ultimo rifacimento avviene in epoca longobarda (VIII sec.) ad opera dell'abate Marinace, di cui resta un'importante epigrafe. In epoca l’altomedioevo divenne un monastero benedettino Risalgono all'età tardomedievale la sostituzione dell'abside semicircolare con un coro quadrangolare, la costruzione di un grande ossario nella navata centrale e l'isolamento della navatella sud, adibita a ossario. Dalla fine del XIV sec. divenne sede di un monastero femminile di regola Benedettina, successivamente affidato alle Agostiniane e poi alle Clarisse, fino al suo abbandono definitivo nel 1593, in segito al trasferimento delle Clarisse all’interno del contesto urbano nel quartiere di Santa Eulalia (attuale Ospedale vecchio)

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