BORGO TINASSO (infrastruttura agraria canalizzazione)

Sanremo, ca XVII - ca XVIII

La struttura per la raccolta dell’acqua, a pianta ellittica (con assi di m 2,25 x 2,21) con tendenza a restringersi leggermente verso il fondo, presenta una porzione fuori terra per un’altezza di oltre 1 metro, formata da almeno otto corsi (due sdoppiati) di pietre sbozzate, inzeppate con piccole pietre lavorate a spacco con abbondante uso di malta tenace grigiastra. Al di sotto di essa segue la muratura di rivestimento interno (o camicia), rimasta a vista per i primi due 2 metri di profondità, caratterizzata da tessuto regolare ed eseguita con bozzette lavorate a spacco. Infine, la parte più bassa è rivestita da uno spesso strato di malta, che raggiunge il fondo della struttura, posto a m 4,80 dalla cresta dell’imboccatura; il fondo di cemento poggia su un vespaio di preparazione, che a sua volta ricopre la roccia basale. Mentre il riempimento della struttura, composto superficialmente da rifiuti, cui seguono due strati sovrapposti di interro ricchi di humus, permette di datarne la dismissione in tempi recenti, sussistono dubbi sull’epoca della sua costruzione, forse ancora tardo-ottocentesca, anche se in una possibile aggiunta posteriore è incisa la data del 1930. L’altra struttura a pianta ovoidale (con assi di m 2,90 x 2,25) è stata costruita sulla riva scoscesa del torrente impiegando bozzette lapidee di medie e piccole dimensioni, immaltate, con inserimento di scaglie verticali ed orizzontali e rari laterizi, che formano un anello di spessore variabile tra i 20 e i 40 cm, contenente un riempimento omogeneo di terreno. Risulta chiara l’anteriorità della struttura sia a due scale di accesso sia ad un sottostante muro di fascia, che vi si addossano; permane, invece, incerta la sua funzione, forse come spalla o pilone di ponticello ad impalcato ligneo, anteriore al vicino ponte del Borgo, costruito nel 1889. Il canale, che risulta largo 45-50 cm e profondo 30-35 cm, è risultato visibile e in discreto stato di conservazione solo nella sua porzione più orientale, prossima al ponte del Borgo per un tratto di poco piu di 20 m, mentre sulla restante parte è stata sovrapposta una viabilita secondaria; il fondo è rivestito di mattonelle (misure: 23x12x4 cm), mentre le spallette, realizzate con blocchi squadrati di pietre, hanno larghezza variabile, compresa tra 30-35 cm del lato monte e 40-45 cm del lato verso il torrente. L’analisi delle tredici arcate, che sorreggono la porzione di canale sottoposta ad indagine, viene presentata secondo tre grandi partizioni della struttura: quella più orientale comprende le prime quattro arcate, che si presentano piuttosto alte e strette e sembrano riferibili alla stessa fase costruttiva. Oltre a questo, sembra possibile distinguere anche un altro intervento di rinforzo alla base di alcuni dei pilastri, costituito anche utilizzando mattoni aventi lo stesso modulo di quelli che formano il fondo del canale. La parte centrale, priva di arcate, è formata, invece, da una muratura a secco, composta da pietre e ciottoli, posti a rinforzo della struttura piu antica, qui fortemente degradata. Inflne, nella parte più occidentale si susseguono altre sette arcate formate da bozzette di medie e grandi dimensioni, immaltate, che presentano un intradosso piuttosto sviluppato, nonché una curvatura degli archi molto più aperta. Infine è documentato anche un grande rifacimento, documentato nel 1853, che potrebbe aver comportato la realizzazione di parte dei tamponamenti delle arcate orientali

  • OGGETTO infrastruttura agraria canalizzazione
  • LOCALIZZAZIONE Sanremo (IM) - Liguria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Aurelia, Sanremo (IM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ricerca storica ha confermato l’importanza che anche nella valle del torrente San Romolo, già denominato fossato del Pesce o vallone del Tinasso (o del Pescio), veniva data allo sfruttamento delle risorse idriche, sia per use irriguo che per attività produttive, collegate storicamente a molini idraulici e a frantoi da olio, mediante la costruzione e la continua manutenzione di beodi e acquarecci, documentati gia tra XVII e XVIII secolo. Ad esempio, nel 1722, viene avanzata una supplica, firmata da 14 proprietari per ottenere l’autorizzazione a restaurare il beodo del Tinasso; dettagliate sono le notizie di ripetuti interventi di restauro allo stesso beodo, documentati nell’anno 1853, di cui viene fornita anche la lunghezza pari a 378 m
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Strutture agricole, legate all'immagazzinamento e alla canalizzazione dell'acqua
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700263691
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'