Monte Caggio (insediamento tracce di insediamento)

Sanremo, Eta' del ferro II

Sito collocato su una delle principali creste del cosiddetto crinale occidentale del comprensorio sanremese, ossia uno dei due archi che conchiudono il territorio di Sanremo. Monte Caggio è visibile e riconoscibile da molte valli circonvicine e in contatto visivo diretto con la maggior parte dei siti d’altura dell’area. La sommità si contraddistingue per la natura particolarmente accidentata del terreno e per la presenza di anfratti rocciosi. La formazione più caratteristica è costituita da un cumulo pietroso-terroso molto regolare, alto una quindicina di metri, collocato sull’elevazione massima del monte, su uno stretto pianoro molto irregolare. La struttura venne descritta in un manoscritto databile tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo, forse attribuibile all'abate G.B. Grossi. Dopo la seconda guerra mondiale, una ricognizione dell’area da parte degli allora giovani studenti Ciasca e Peroni, permise di segnalare un aggere in terra e sassi sul margine ovest del pianoro sommitale e la presenza di un paramento sul lato NE di tale struttura, ritenuta “parte di una costruzione quadrangolare di circa m. 6 x 6”, di età “verosimilmente protostorica”. In quell'occasione venne raccolto un solo piccolo frammento di ceramica grezza a impasto bruno-chiaro, che definirono “certamente preromana”. La ricognizione condotta nell'area dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria nel 2003 ha permesso di confermare la descrizione del sito fatta da Ciasca e Peroni nel 1952. Alla quota di 1030 m slm,sul versante nord-orientale è stata confermata la presenza di un recinto di pietre, di forma ovoidale, con al centro una lastra posta di piatto sopra a due blocchi di minori dimensioni. Nel 2009 la sommità di Monte Caggio è stata oggetto di un accertamento condotto dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria. Dopo la rimozione dello strato di humus è stata rilevata la presenza di una serie di strutture murarie di terrazzamento, riconoscibili in quattro cortine di contenimento, disposte ad anello, che poggiano in parte su affioramenti rocciosi naturali e che delimitano un tumulo artificiale di terra e breccia alto circa 7 m, con diametro alla base di circa 15 m, a sostegno di un basamento quadrangolare sommitale. Tutta la struttura è costruita a secco utilizzando pietre locali; la piattaforma sommitale (6,5 x 5,5 m), che è realizzata in blocchi di notevole pezzatura e in alcuni punti conserva ben cinque corsi (larghezza media 0,60 m), è disposta con i vertici orientati secondo i punti cardinali. La costruzione è stata preliminarmente interpretata come la fondazione di una torre con funzione di avvistamento, difesa e segnalazione, considerando l'eccezionale visuale sulla costa e sulle vallate dell'entroterra. Le caratteristiche costruttive trovano stringenti confronti con analoghe opere murarie sul Monte Bignone (seconda età del Ferro) poste sullo stesso crinale che forse ebbe funzione di confine tribale in età pre-romana. Tale associazione e il ritrovamento di pochi frammenti di anfore massaliote (V-II secolo a.C.) e di ceramica grezza suggeriscono una prima frequentazione dell'area in età antica

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