POGGIO RADINO (insediamento tracce di insediamento)

Sanremo, età romana imperiale

Il sito è ubicato su una collina ben distinguibile dalle alture circostanti, di forma conoidale piuttosto regolare completamente priva di alberi, terrazzata fino alla sommità ma attualmente non più coltivata, ad esclusione di una piccola parte sulle pendici sud, a mezza costa. Mastrantuono riferisce il rinvenimento sul sito di materiale databile tra III sec. a.C. e II d.C.; tuttavia il riesame dei materiali rinvenuti dal Gruppo Ricerche del Museo porterebbe a datare il sito alla piena età imperiale (almeno dal I d.C. in poi) come indiziato dalla presenza di sigillata italica, frammenti di anfore 2-4 di produzione tirrenica e tarraconese e di Dressel 20 (produzione betica), oltre a generiche pareti anforacee riferibili a produzioni africane, unitamente a della sigillata chiara. Il sito è direttamente collegato, mediante un crinale secondario, con la dorsale orientale del comprensorio sanremese e tramite questa con Monte Bignone. Poggio Radino o Rodino viene descritto nel Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico come “tipico abitato arroccato ligure protrattosi in età romana”. La segnalazione parla altresì di un apparato difensivo ancora riconoscibile nonostante la sistemazione a fasce. Una ricognizione effettuata dalla Soprintendenza Archeologica della Liguria nel 2003ha permesso di rinvenire altre frammenti ceramici, che confermano il range cronologico proposto, in un’area circoscritta del versante NE, dove il terreno risultava sconvolto da scavi per la posa del metanodotto, che cinge la collina sul fianco orientale. La ricognizione ha inoltre registrato l’esistenza di un tratto del percorso lastricato di crinale che raggiunge il sito da S, analogamente alla strada asfaltata, ma che nella parte finale viene da quest’ultima tagliato ed interrotto in più punti. Il sito presenta alcuni elementi caratteristici dei siti d’altura, come il fatto di essere posto su una via di crinale, la forma chiaramente artificiale, che sembra effettivamente addurre alla presenza di fortificazioni oggi obliterate dai successivi terrazzamenti e, non ultima, la possibilità di controllare un ampio tratto del comprensorio sanremese sottostante

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