BUCO DEL DIAVOLO (giacimento in cavità naturale deposizione funeraria)

Triora, età del bronzo finale

Il Buco del Diavolo è una profonda cavità di origine carsica, situata nella parte alta della ripida parete del Bausu Longu, a circa 1430 m di quota, presso la località "il Pin" nella frazione Borniga di Realdo. E' stato supposto che nella zona lo sfruttamento sia pastorale che agricolo, testimoniato dai numerosi edifici rurali abbandonati e dal sistema di fasce terrazzate delle alture circostanti, risalgano al periodo protostorico. La scoperta della cavità avvenne nel 1971 da parte del Gruppo Speleologico del C.A.I. di Imperia, che, cercando di penetrare nella grotta fece crollare una parte del deposito di terra e pietre. Le prime due campagne di esplorazione furono realizzate nella primavera e nell'autunno dell'anno successivo, mentre recentemente furono realizzati scavi nel 1998 e nel 2002 sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica della Liguria. Originariamente la grotta era costituita da due parti distinte e non comunicanti: il "Buco del diavolo" vero e proprio (n. 803 LI/IM del castasto speleologico della Liguria) e la "grotta sopra al Buco del diavolo" (n. 804 LI/IM). Durante le indagini venne svuotato un pozzo che metteva in collegamento le due cavità; si rinvennero oltre a numerosi resti scheletrici umani, reperti faunistici ed elementi in bronzo, verosimilmente parte del corredo dei defunti. I resti umani erano concentrati principalmente su due livelli: il primo tra 6 e 6.5 m e il secondo tra 8 e 9,5 m di profondità. Le analisi hanno potuto stabilire che il sepolcro era utilizzato da individui appartenenti al medesimo gruppo genetico. Tra i materiali del corredo era presente un gruppo di otto armille bronzee di misure digradanti: si tratta di armille fuse entro matrice, a nastro carenato e capi aperti. Presentano una decorazione incisa con ovale al centro da cui parte un'alternanza di elementi lineari verticali e ricurvi intercalati da puntini; solo l'ultima differisce presentando una serie di tacche ai margini. Altri elementi del corredo bronzeo erano un "torque" a corpo ritorto, lavorato a caldo e martellatp e due anelli a sezione circolare decorati da piccole tacche. L'utilizzo della grotta sepolcrale viene collocato cronologicamente tra le fasi finali dell'Età del Bronzo e l'inizio dell'Età del Ferro (X-inizio VIII secolo a.C.)

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