Colle Montirone, CAV, III, F. 50, 251.1, 251.5-251.7 (sito pluristratificato)

Abano Terme, post 250 a.C - ante 100 d.C

L’area archeologica a maggiore intensità di ritrovamenti dal territorio di Abano Terme è quella del Colle Montirone: si tratta di un basso rilievo che è stato spianato nella sua porzione orientale a metà del secolo scorso per la costruzione di uno stabilimento termale e di un hotel. Fu proprio in occasione della costruzione dell’Hotel Due Torri-Morosini, nel 1951, che si rinvennero numerosissimi vasi in ceramica di ottima fattura e grosso pregio tra cui un centinaio di bicchieri a pareti sottili opera di importanti vasai e ben dodici rhytà invetriati. I materiali, che si inquadrano nella seconda metà del I sec a.C., sono ora interpretati come il contenuto del magazzino di un emporium presso cui poter acquistare i recipienti con cui partecipare ai riti sacri a base di libagioni presso le vicine fonti sacre, di cui tutto il territorio di Abano ed in particolare il colle stesso erano notoriamente ricche. Un secondo rinvenimento di materiale ceramico coerente per forma e chiaramente legato ad attività potorie risale al 1964, quando, durante i lavori di costruzione di una sala convegni (denominata Kursaal) si rinvennero diversi frammenti di tazze monoansate in ceramica grigia di III – II sec a.C.: in questo caso, data anche l’estrema somiglianza con i rinvenimenti del santuario tra Monte Castello e San Pietro Montagnon e Montegrotto Terme (con cui sussiste una differenza legata alle dimensioni qui insolitamente giganti là miniaturistiche), l’ipotesi più plausibile è quella di un deposito votivo. Le uniche strutture murarie rinvenute all’interno dell’area del colle sono quelle emerse durante i lavori di rifacimento della rete fognaria del 1986 tra via Pietro d’Abano e via Marconi: si tratta dei resti di una fondazione in trachite e calcare presso cui si rinvennero delle anfore sistemate come drenaggio. Dall’area provengono poi, in diversi momenti del XIX e XX secolo alcune stele funerarie ed un ara votiva. Un elemento infrastrutturale molto importante fu rinvenuto nel 1879 nell’area attualmente occupata dall’Hotel Meggiorato, dove vennero alla luce sei tubi di acquedotto in trachite descritti come diretti verso il colle ed un lastricato di trachiti interpretato come un tratto di viabilità. Dalla porzione orientale delle pendici del colle provengono infine importanti rinvenimenti ottocenteschi tra cui le due vasche in trachite presso l’attuale Hotel Due Torri (al momento della scoperta fondo Trieste) e la necropoli ad inumazione nell’area dell’attuale Hotel Orologio. Quest’ultima venne alla luce tra il 1840 ed il 1850 (in una zona da cui provenivano due epigrafi funerarie rinvenute nel 1641) durante i lavori di costruzione di una vasca e permise di rinvenire almeno 30 sepolture con reperti marmorei e monetali in associazione. Ad un contesto funebre vengono associate anche le vasche del fondo Trieste: si tratta di due vasche costruite in blocchi di trachite originariamente rivestite con una spessa intonacatura. Le dimensioni variano dai 22,7 x 10,5 m della maggiore ai 6 x 2,4 m della minore, ma simili sono la profondità (0,60 m) e l’accesso tramite gradini. Il fatto di aver rinvenuto assieme alle vasche alcune epigrafi funerarie assieme a frammenti marmorei anforacei e laterizi frammisti a terre di rogo ed ossa ha fatto ipotizzare una funzione diversa delle vasche da quella legata allo sfruttamento termale dell’area ma legata ad un momento del rituale funerario, forse al lavaggio dei corpi dei defunti prima del rogo

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