Turri, Via Catajo (struttura abitativa villa rustica)

Montegrotto Terme, post 100 a.C - ante 200 d.C

Venuti alla luce a seguito di una lottizzazione edilizia in località Turri, nell'inverno del 2005 e successivamente tra aprile e settembre del 2007 vennero indagati i resti di una villa rustica databile tra la seconda metà del I sec a.C. ed il II sec d.C.. L'importanza della scoperta portò nel 2011 al vincolo dell'area. Nel suo insieme, il complesso si articola in tre corpi di fabbrica distribuiti su un fronte che misura oltre 80 m in direzione est-ovest. Nell'area mancano tracce di frequentazione precedenti e successive a quelle di vita dell'edificio, del quale si sono potute riconoscere tre fasi. Lo stato di conservazione nel complesso è soddisfacente: malgrado siano rimaste solo le fondazioni si segnala la presenza di molte soglie che rendono più facile la lettura planimetrica del complesso. La fase di impianto, databile alla seconda metà del I sec a.C., è di non facile lettura a causa delle due successive fasi che ne hanno cancellato in molte parti le tracce. Le fondazioni di questa fase sono a sacco, con blocchi sbozzati di trachite locale senza l'utilizzo di malta. Alla prima fase si possono attribuire il corpo centrale e quello orientale. Del primo, di cui manca il lato meridionale, si può riconoscere una corte centrale scoperta con al centro una piccola vasca rettangolare su cui si affacciano, sul lato nord, tre piccoli ambienti probabilmente pavimentati in battuto o con tavolato ligneo (cubicula?) cui si affiancava un quarto ambiente più grande. Due lacerti dei muri occidentale ed orientale dell'edificio ed una canaletta con direzione nord-sud nel settore esterno sud-occidentale sono gli unici altri resti pertinenti a questo corpo di fabbrica. Una dozzina di metri più ad est è stato individuato un secondo edificio più semplice, con un'unica stanza bipartita sul fondo da un muro divisorio. Nella partizione settentrionale è stato indagato un forno strutturato in laterizi, interpretato come essiccatoio per i cereali dal momento che mancano nell'area scorie e scarti di altre lavorazioni. I materiali ceramici, coerenti con una datazione alla seconda metà del I sec a.C., riguardano soprattutto ceramica da cucina e da mensa. Tra la fine del I sec a.C. e i primi decenni del I sec d.C. il complesso subisce una notevole espansione che porta all'allargamento dei due corpi di fabbrica impiantati nella fase precedente e all'edificazione di un nuovo corpo ad ovest. La seconda fase è caratterizzata da un massiccio utilizzo del laterizio, che supera in percentuale la trachite come materiale impiegato. L'edificio centrale viene ampliato con l'aggiunta (o come nel caso dei quattro ambienti già noti per la prima fase il rifacimento) di ambienti sui quattro lati del cortile centrale: sul lato occidentale del cortile centrale c'è un ambiente di ingresso che comunica ad est col cortile stesso, a nord con un ambiente purtroppo poco leggibile e a sud con una stanza caratterizzata da un focolare (cucina?). Il cortile centrale, con nel mezzo la vasca di trachite già ricordata in precedenza, e le quattro stanze a nord di esso vengono mantenute (la stanza sull'angolo nord-orientale del cortile viene dotata di pilastrini in cotto regolarmente distribuiti all'interno che fanno ipotizzare il rialzo del pavimento per isolare l'ambiente. A sud di esso un nuovo ambiente rettangolare con sottopreparazione pavimentale in fitti frammenti di laterizi completa il lato occidentale del cortile. Addossati a queste ultime due stanze, due nuovi ambienti vengono aggiunti all'edificio centrale. Sull'angolo sud-occidentale del cortile si apre un corridoio che porta ad un porticato che correva lungo tutto il lato meridionale dell'edificio e da cui si accede a tre ambienti le cui pareti settentrionali formano il lato meridionale del cortile stesso. Il primo di questi ambienti si caratterizza per la presenza di un focolare, il secondo per la presenza di nove piccoli plinti in trachite che dovevano sostenere un pavimento rialzato ed il terzo per la presenza di un frammento di cornice modanata in pietra calcarea di un certo pregio stilistico (non è però chiaro se tale reperto facesse originariamente parte della decorazione della stessa stanza o venisse invece da un'altra parte della villa). La porzione dell'edificio centrale di seconda fase portata alla luce misura 270 mq: l'area nel complesso può essere definita come esclusivamente residenziale e, seppure in scala ridotta rispetto agli esempi cui è confrontabile (tra i quali si cita la villa in località Venezia Nuova di Villabartolomea), si inquadra nella tipologia “a sviluppo lineare con loggia frontale”. Mancano totalmente elementi riconducibili a pavimenti di pregio, tuttavia il rinvenimento di cornici architettoniche modanate in calcare, crustae marmoree alcuni oggetti di arredo mobile di pregevole fattura rimanda al concetto di parva luxuria che traspare da numerosi insediamenti simili. La ceramica da cucina è molto più abbondante di quella da mensa. Ad ovest del portico si è individuato l'angolo sud-occidentale di un cortile scoperto con pavimentazione in lastre di trachite delimitato ad ovest da un muro con direzione nord-sud che costituisce il limite occidentale dell'edificio centrale: a sud e ad ovest di tale angolo si sono individuati due ambienti don probabile funzione produttiva (il più piccolo dei due contiene un focolare). La prosecuzione verso nord di questa serie di ambienti è stata completamente obliterata dalla costruzione nella fase successiva del corpo di fabbrica occidentale, ma è verosimile che in questa zona sorgessero le strutture dedicate alle attività produttive di cui non c'è traccia nella restante area indagata. L'edificio orientale viene riedificato con il medesimo orientamento ma con dimensioni maggiori (170 mq contro i 50 mq dell'edificio di prima fase) e con l'aggiunta di un piano superiore e viene probabilmente adibito a magazzino o a ricovero per animali. Tra la fine del I e il II sec d.C. si assiste ad una nuova fase costruttiva (la terza), che mantiene l'orientamento delle strutture precedenti ampliando il numero degli ambienti e conseguentemente lo spazio edificato. Caratteristica di questi ultimi interventi è una certa maggiore semplicità della tecnica costruttiva con l'utilizzo di trachiti di piccole dimensioni e frammenti di tegole. All'edificio centrale sono aggiunti ad est quattro nuovi ambienti che ridefiniscono la parte più propriamente abitativa del complesso. Mentre gli interventi all'edificio orientale sono minimi e si limitano all'aggiunta di un muro verso est a prosecuzione del muro perimetrale settentrionale, l'area ad ovest dell'edificio centrale viene coperta con un riporto areale di 40 cm sul quale si imposta il corpo di fabbrica occidentale con un orientamento che segue quello degli ambienti più occidentali della seconda fase. Un lungo muro, a prosecuzione di quello nord sud di seconda fase viene costruito a separazione di due ampi spazi scoperti destinati a varie attività produttive: alla corte occidentale si accede per un cavedio la cui larghezza di 3 m è compatibile con il passaggio dei carri, ad est del quale, in comunicazione con il corridoio che si apre davanti all'ingresso della parte abitata, sorge un grande ambiente rettangolare. Gli altri ambienti del corpo occidentale sono in comunicazione con la corte e vanno interpretati come depositi o magazzini. L'insediamento mostra segni di un progressivo abbandono tra il III e IV sec d.C. periodo dopo il quale fu probabilmente vittima di uno spoglio sistematico degli alzati

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 100 a.C - ante 200 d.C

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE