L'area archeologica di via S. Mauro vede l'inizio delle indagini nel 1927 con il rinvenimento, nell'allora proprietà Sgravatti, di due pavimenti musivi bicromi a disegni geometrici con formelle in terracotta con raffigurazioni plastiche di argomento mitologico. Successivamente, nel 1933 i vani precedentemente individuati furono completamente scavati e se ne individuarono altri due con ricche pavimentazioni in mosaico e a lastrine marmoree. Due ulteriori pavimenti musivi vennero poi alla luce nel 1966. Dopo una serie di sondaggi esplorativi svolti nel 1969 si permise l'edificazione di opere residenziali: in occasione dell'ampiamento di un fabbricato residenziale nella proprietà Norido in via S. Mauro, vennero alla luce nel 2007 importanti resti architettonici riferiti subito al ricco contesto residenziale già noto nell'area. L'intervento di scavo immediatamente pianificato mise in luce una serie di vani abitativi, tra cui diversi altri con pavimentazioni di pregio. L'area fu quindi vincolata nel 2010, e seguirono altri due interventi consecutivi (2011 e 2012) che hanno permesso di meglio indagare una porzione ancora inesplorata del complesso. Il complesso residenziale di via S. Mauro sorse, con tutta probabilità su un'area appositamente bonificata, agli inizi dell'epoca imperiale. L'indagine stratigrafica del 2012 ha infatti chiaramente riconosciuto una sequenza di riporti terrosi pressati a livellare il piano su cui vennero impostate le prime strutture. La domus vide il suo quartiere residenziale svilupparsi con una serie di ambienti riccamente pavimentati attorno ad una corte interna centrale ed ebbe una continuità insediativa, testimoniata da almeno 4 fasi edilizie, fino al III sec d.C., epoca alla quale risalgono le due sepolture ad inumazione in nuda terra che tagliano un pavimento in cocciopesto che marcherebbe l'ultima fase di occupazione della domus stessa