Mensa Est foro di Veleia (mensa, monumento)
La mensa è collocata nel braccio est del porticato del foro, circa a metà della lunghezza, nello spazio tra due colonne. La mensa est presenta il piano in marmo costituito da un’unica lastra rettangolare, priva di cornici (MISA 18 cm, MISL 118 cm, MISN 190 cm ca). Della stessa pietra sono i 2 trapezofori (MISA 66 cm, MISL 30 cm, MISN 124 cm ca) ornati con zampe e protomi leonine, posti in opera al filo con i lati brevi della lastra superiore. Le protomi si presentano molto danneggiate e in alcuni casi quasi illeggibili. La presenza di un listello rientrante al di sopra delle criniere potrebbe porre dubbi sulla modalità di connessione tra il piano e i sostegni laterali. Attualmente piano e sostegni sono uniti tramite grappe in acciaio e con malta cementizia. La mensa è dotata anche di un basamento (MISA nn cm, MISL 124 cm, MISN 200 cm ca), anch’esso in marmo, su cui appoggiano i trapezofori. Ai lati sono presenti due panche in marmo rosa di Verona. Le sedute (MISA 14 cm, MISL 62 cm, MISN 218 cm ca) presentano il fronte posteriore rettilineo, mentre quello anteriore e i due terzi di quelli laterali sono stondati in un unico toro. Le sedute delle panche sono originali, parzialmente frammentarie, ricomposte e integrate con malta cementizia colorata simile alla pietra. La seduta è sorretta due travi in acciaio a H, poste sui sostegni laterali e fissate con malta cementizia. I sostegni delle panche sono perduti e sostituiti da muretti (MISA 44 cm, MISL 24 cm, MISN 52 cm) in mattoni pieni, posti in opera su più corsi uniti da malta cementizia. I sostegni delle panche poggiano ciascuno su un basamento in marmo a forma di parallelepipedo (panca nord: MISA NR, MISL 36 cm, MISN 82 cm ca; panca sud: MISA NR, MISL 40 cm, MISN 90 cm ca). Tra la panca sud e la mensa è presente un elemento in marmo, a forma di parallelepipedo (MISA 22 cm, MISL 22 cm, MISN 165 cm ca) con funzione di poggiapiedi. L’elemento è costituito da un unico pezzo, quello sul lato nord è assente
- OGGETTO mensa
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MISURE
Altezza: 84 cm
Lunghezza: 190 cm
Larghezza: 118 cm
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CLASSIFICAZIONE
monumento
- AMBITO CULTURALE Età Romana Imperiale
- LOCALIZZAZIONE Lugagnano Val D'Arda (PC) - Emilia Romagna , ITALIA
- INDIRIZZO Frazione Velleia, Lugagnano Val D'Arda (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia della scoperta delle mense è poco chiara, in effetti questa è una caratteristica che ricorre spesso nei monumenti veleiati, sia per le palesi carenze metodologiche dei primi scavi che hanno comportato lo spostamento caotico di grandi quantità di terreno con conseguente riseppellimento di parti già indagate, sia per la documentazione molto carente delle attività svolte, sia per l’incuria e l’abbandono tra una campagna di ricerca e l’altra. Capitò quindi che lo stesso monumento fosse scoperto e riscoperto in seguito, talora con buona fede, talora per accrescere l’elenco dei rinvenimenti effettuati allo scopo di attrarre finanziamenti, o ancora di farsi belli con le fatiche altrui. In alcuni momenti ci fu una vera e propria gara, che ha visto come protagonista proprio una delle mense, quella collocata sul lato ovest. Voghera, che al fine di documentare le rovine eseguì anche puntuali saggi di scavo, nell’autunno del 1819 comunicò al Casapini di avere riconosciuto, nella “bardella” della chiesa di Macinesso, il piano di una delle tavole in marmo rosso di Verona (quella occidentale), interpretate all’epoca come tavole giudiziarie o tavole destinate alla riscossione di denaro. Così si esprime Voghera: “Ella potrà verificare se la mia scoperta di una della Tavole Giudiziarie sia o non sia riconosciuta nella pietra che formava la bardella alla chiesa vecchia di Macinesso sì per essere corrispondente alla precisa dimensione, che per la qualità del cui marmo sono anche i suppedanei alla Tavola verso la Sala di bardilio nel Foro med.mo…”. “Tavole giudiciarie” le chiama anche il De Lama nella “Seconda memoria sugli scavi vellejati” (De Lama ms. 62) e lo stesso nome è usato dal Voghera in una lettera al Casapini del 1 ottobre 1819 (AMANP, Scavi di Velleia, 3); nella Spiegazione delle tavola illustrante il Foro di Velleia, completata nel 1822, il Voghera parla invece di “tavole feneratorie” (AMANP, ms. 56). Fin dal 1818 il Voghera, chiedendo al Lopez di fornirgli le misure e i dati sulla qualità del marmo della mensa d’altare nella chiesa di Veleia, già l’identificava con una delle due tavole giudiziarie del foro (AMANP, Carteggio Lopez, Lettere di Privati, lettera di Giovanni Voghera del 13 settembre 1818), ma nel 1823 sarà Pietro Casapini a vantarsi di avere recuperato “…fra i rottami dell’oratorio di Macinesso” sia la tavola pertinente al foro che il tronco di colonna in marmo rosso di Verona, reimpiegato come acquasantiera, scoperte che il direttore degli scavi avrebbe comunicato tanto all’Antolini che al Voghera (AMANP, Scavi di Velleia, 3, nota del Casapini del giugno 1823)
- TIPOLOGIA SCHEDA Monumenti archeologici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649089
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0