Castello di Castelvint (struttura di fortificazione castello militare)
Sul colle di Castelvint, in comune di Mel, affacciato sul torrente Maòr, nei pressi della confluenza di questo con il torrente Rui a formare il torrente Terche, è nota la presenza di una struttura fortificata di fronte al castello di Zumelle. Lavori di ripristino fondiario tra gli anni ’30 e ’70 del secolo scorso hanno obliterato completamente i ruderi di quella che tradizionalmente si è ipotizzato essere una cinta fortificata (Alpago Novello Ferrerio suggerisce però che una piccola stalla sul colle sia costruita sui resti di una torre quadrangolare simile a quella di Zumelle) che formava un eccezionale strumento di controllo assieme al castello sull’altra sponda del torrente. Secondo Alberto Alpago Novello e Gian Piero Bognetti Castelvint sarebbe nato come fondazione bizantina dopo la guerra gotica, per contrastare la posizione di controllo acquisita dai Longobardi con l’occupazione di Zumelle. Nell’area sommitale del colle, nel 1937 fu rinvenuta una patera d’argento, in origine ricoperta d’oro, recante una scena mitologica scolpita e rilievo. Si tratta dell’immagine di una dea (Diana o Pallade) stante con armi e vesti deposte ai piedi e due ancelle ai lati. L’attribuzione del manufatto al VI sec. d.C. concorda perfettamente con quella di due monete giustinianee trovate l’anno dopo nelle vicinanze. La presenza di una patera simile e di un bacino d’argento massiccio tra le rovine del vicino catsello di Artèn (in comune di Fonzaso) ha fatto ipotizzare (Fiocco 1954) un bottino di guerra di un condottiero bizantino reduce dalla guerra d’Africa. Una diversa lettura degli eventi vedrebbe invece questi reperti come bottino di qualche comandante Goto che aveva a sua volta sconfitto i Bizantini. Poco dopo la fine della guerra, attorno al 570 d.C. i Longobardi conquistarono i territori di Feltre e Belluno, cambio di egemonia significativamente sottolineato da una sepoltura venuta alla luce durante lavori agricoli sul terreno un tempo occupato dalle rovine della struttura fortificata. I reperti furono acquistati dalla Soprintendenza che riuscì anche ad avere dettagli delle condizioni di rinvenimento dagli scopritori. La tomba, che risultava essere stata depredata in passato, era associata a resti di strutture murarie riferibili ad un vano di culto. L’importanza della struttura sepolcrale e la presenza di oggetti preziosi in quello che resta del corredo scampato alla depredazione in antico fanno pensare ad un individuo di rango. Tra gli oggetti recuperati un grumo di fili d’oro del peso di quasi 30 gr. in contesti simili facenti parte di decorazioni sul broccato dell’abito, due ribattini d’oro, vari elementi di cintura in argento e bronzo e alcuni frammenti di lamine in argento che ornavano probabilmente foderi o borse. Infine un massiccio manico in bronzo doveva appartenere ad un grosso recipiente di corredo. I confronti di tutti gli oggetti di corredo recuperati ad una presenza longobarda "di prima generazione" (databile all’ultimo trentennio del VI sec. d.C.) mentre la ricchezza del corredo stesso e la sepoltura in una cappella fanno pensare ad un nobile. La suggestione dei prestigiosi rinvenimenti di cui sopra ha favorito il fiorire di ricostruzioni storiche (ad oggi non documentate a livello archeologico), che vedono in questo punto succedersi la presenza bizantina e quella longobarda: nel corso di pochi decenni e nello spazio di pochi metri, si sarebbero dunque individuati il tesoro di uno degli ultimi comandanti bizantini e la sepoltura di uno dei primi comandanti longobardi
- OGGETTO struttura di fortificazione castello militare
-
MISURE
Circonferenza fianchi: 174588178 mq
- AMBITO CULTURALE Ambito Longobardo Ambito Altomedievale
- LOCALIZZAZIONE Mel (BL) - Veneto , ITALIA
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE Il sito di Castelvint fu probabilmente edificato come avamposto fIl sito di Castelvint, posto in una posizione morfologicamente significativa in rapporto con la vicina altura fortificata di Zumelle, da cui lo separa la val Maor, presenta sicure evidenze archeologiche riferibili alla prima fase della presenza longobarda (fine VI secolo), benché non si possa escludere una precedente occupazione del luogo. Nell’assenza di rovine a vista né di indagini stratigrafiche risulta impossibile ricostruire le vicende del sito successive al primo insediamento altomedievale
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500591271
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Veneto
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Veneto
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
-
DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
Pubblicazione del vincolo (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0