insediamento (insediamento urbano)

Eraclea, VII secolo d.C - XVI secolo d.C
  • OGGETTO insediamento insediamento urbano
  • MISURE Circonferenza fianchi: 242300 mq
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bizantino
  • LOCALIZZAZIONE Eraclea (VE) - Veneto , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Cittanova, Eraclea (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’area di Cittanova ha restituito numerosi reperti archeologici che, fin dalle prime bonifiche e il conseguente sfruttamento agricolo dei suoi terreni, sono qui venuti alla luce e sono stati dispersi molti depositi museali della regione. Dall’area prossima alla tenuta Moizzi provengono, ad esempio, due iscrizioni già conosciute dagli eruditi settecenteschi ed erroneamente inserite dal Momsen tra quelle aquileiesi: l’iscrizione dedicatoria a Silvano Augusto da parte di Lucius Status Encolpus e quella recante il titolo onorario per Titus Caeserninus Status. Risalenti al periodo romano, e probabilmente utilizzate come materiale edilizio di reimpiego nelle strutture medioevali, le iscrizioni sono ora conservate in due diverse collezioni museali veronesi. Ulteriori notizie inerenti la scoperta di reperti archeologici nell’area di Cittanova risalgono alla seconda metà dell’ ‘800 quando, in modo del tutto fortuito, vennero alla luce prima l’arca del vescovo Felice (1856) poi la bolla plumbea del patrizio Anastasio (1882), reperti oggi conservati presso la Sezione Medioevale e Moderna del Museo di Torcello. A questi rinvenimenti casuali seguì, agli inizi del ‘900, una serie di recuperi d’emergenza seguiti ai lavori di bonifica e riassetto agrario dell’area. Il primo, da collocarsi topograficamente intorno all’area dell’idrovora, permise di documentare un’importante area di frequentazione d’epoca romana e altomedioevale impostata su una bonifica antica: questo scavo d’emergenza, documentato dall’ispettore Scrinzi con una dettagliata relazione, portò alla luce una palificata lignea di contenimento, dei piani d’uso costipati con materiali “di riporto” e un pozzo in laterizio. Dopo un lungo periodo caratterizzato dal recupero di numerosi reperti emersi in superficie a seguito dei lavori agricoli, l’interesse per il sito archeologico di Cittanova venne ridestato dalla scoperta, nel 1954, del battistero e di parte del complesso sacro altomedioevale situato poco ad ovest della tenuta Mozzi, in un terreno popolarmente identificato con il toponimo di “podere cimitero”. Il battistero a pianta interna circolare, absidiola rivolta canonicamente ad est e vasca rettangolare in mattoni leggermente rialzata rispetto alla quota delle fondazioni perimetrali, e le limitrofe strutture pluristatificate di fondazione (quelle in sesquipedali erano poste ad una quota inferiore e di chiaro impianto romano, quelle superiori, con tessitura muraria mista di pietre e frammenti di laterizio, appartenenti ad un ambito altomedioevale) furono però oggetto di una sconsiderata operazione di dissodamento eseguita dai proprietari del fondo, azione questa che portò alla parziale distruzione del complesso e all’asportazione di numerosi elementi lapidei che furono raccolti nell’aia dell’azienda agricola. La presunta totale distruzione dell’area condizionò per un lungo periodo le eventuali ricerche nel sito fino a quando, nel 1984, la lettura e l’attenta analisi aerofotogrammentrica di una serie di immagini zenitali dell’area di Cittanova a cura di Tozzi ed Harari permetteva la chiara lettura dell’assetto territoriale antico e delle modificazione antropiche succedutesi nell’area: l’evidenza di maggior spicco era data dalla complessa situazione idrologica del sito, caratterizzata da un’antica asta fluviale che si innestava, poco ad est della tenuta Mozzi, nel Canale Brian. Ai lati di questo paleoalveo meandriforme la lettura delle immagini aeree evidenziava una notevole trasformazione antropica del territorio, con dei riquadri irregolari delimitati da un reticolo fittissimo di piccoli canali. A detta dei due studiosi, la lettura di queste immagini rivelava la complessa trama urbana dell’antica Civitas Nova Heracliana, con una fitta sequenza di “piccole” isole su cui si impostava l’abitato, poste ai lati del largo canale principale e divise tra loro da piccoli canali secondari: la suggestiva comparazione con Venezia, con il suo palinsesto insediativo e con il Canal Grande suggerì agli autori un parallelo che risvegliò l’interesse di tutti per l’antica città “scomparsa”. Con un finanziamento straordinario della Regione Veneto furono così intraprese due importanti campagne d’indagine archeologica pluridisciplinare condotte dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto: ad una fase più propriamente geomorflologica, eseguita nel 1987 e volta alla conoscenza delle variazioni paleombientali dell’intera area, è seguita negli anni successivi un’indagine più prettamente archeologica e finalizzata alla comprensione della presenza antropica nel territorio. I risultati di queste ricerche sono oggetto di due studi di sintesi pubblicati nei Quaderni d’Archeologia del Veneto a cura di Sandro Salvatori. I recenti scavi dell'Università Ca' Foscari di Venezia hanno interessato il sedime urbano dell'antica città, con la scoperta di alcuni pozzi per l'acqua, di strutture pertinenti al complesso ecclesiastico e dei probabili limiti del perimetro urbano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Sedime urbano di Cittanova-Heraclia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500590408
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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