Grande ambiente con piano lastricato di età imperiale romana; dopo un primo rifacimento, dovuto a una fase di degrado, segue una successiva estensione del complesso verso est, con l'apertura di un'imponente soglia attraverso il muro meridionale del vano che peraltro viene suddiviso in tre ambienti più piccoli. Nella seconda fase si evidenzia una frequentazione povera con suoli di calpestio in terra battuta, pareti divisorie in legno e focolari modesti. In seguito a un incendio che causa la parziale distruzione delle strutture, si registra un intervento di ristrutturazione e un'ulteriore suddivisione degli spazi: con la terza fase si realizzano piani pavimentali con pietrisco e una stanza con un focolare per ogni angolo, piccole vasche scavate nell'argilla e piani ricchi di cenere. Una volta abbandonate queste strutture, di cui rimangono tracce nelle consistenti macerie, in epoca medievale parte dei muri superstiti vengono integrati con nuovi muri a secco, mentre gli strati di pietrisco e malta che costituiscono il riempimento degli ambienti dell'edificio romano costituiscono una piattaforma su cui si imposta una labile costruzione, costituita da un vano quadrangolare che risulta delimitato da muri a secco su almeno due lati e dal muro estremo orientale dell'edificio romano preesistente, con un focolare al centro. All’interno, sono state individuate numerose buche di palo, distribuite in modo fitto e disomogeneo. Le fasi di occultamento del sito hanno inizio con la formazione di uno strato organico, probabilmente rimaneggiato dai lavori agricoli, con ceramiche romane e medievali, che si estende per l’intera area di scavo; seguono strati di argilla, altri di origine colluviale per concludersi con lo strato agrario, per uno spessore complessivo di m 1,45