Tenuta ex-reale di Pollenzo / Agenzia carloalbertina (residenza reale, struttura abitativa)

Bra, ca I sec. d.C - XIII sec. d.C

Nell’area della tenuta reale fatta realizzare da Carlo Alberto a partire dal 1838 – altrimenti denominata Agenzia carloalbertina - si rinvengono evidenze relative alla fase romana e medievale di Pollenzo. Nella zona antistante l'Agenzia si mette in luce una necropoli monumentale romana databile tra il I e il II sec. d.C.: accanto a semplici sepolture sono presenti monumenti funerari a pianta quadrangolare. Un monumento funerario isolato viene messo in luce presso l'angolo E dell'Agenzia. A questa fase sono associabili un piano acciottolato con probabile funzione drenante e un battuto pavimentale. Alla necropoli è legato il cosiddetto “Torrione”, una struttura a torre rettangolare (m. 9,50x4,50), alta 8 metri, conservata ancora in elevato, già nota nell’Ottocento. Le fondazioni, in cavo poco profondo, sono costituite da una base di ciottoli legati da malta; su questa viene sistemato un doppio ricorso di mattoni sesquipedali su cui poggiano grandi blocchi rettangolari di arenaria tenuti uniti da grappe, che fungono da basamento. Il nucleo interno è costituito da una muratura a sacco in ciottoli e malta rivestito da una camicia di mattoni sesquipedali quasi interamente asportati. A sud del Torrione vi è un edificio articolato in ambienti pavimentati a mosaico, solo parzialmente messo in luce. In età tardoantica/altomedievale (V-VI sec. d.C.) viene eretta una struttura difensiva, messa in luce per una lunghezza di 68 m nel giardino antistante l'Agenzia carloalbertina. La muratura, caratterizzata da una larghezza limitata (largh. max. 0,60 m.) e da un lieve andamento a scarpa, è dotata internamente di contrafforti disposti a distanze regolari (2.25 m; largh. muro-contrafforte 1.20 m), chiusi con arcate atte a sostenere un camminamento di ronda realizzato in materiale ligneo. Il paramento murario è particolarmente curato, sia in elevato sia in fondazione, ed impiega ciottoli di medie e piccole dimensioni trattati a spacco legati da ottima malta di calce. Piccole buche di palo individuate lungo il profilo esterno della struttura rappresentano labili indizi dell'impiego di ponteggi lignei per la costruzione della muratura. A valle della cinta difensiva altomedievale si colloca un edificio seminterrato databile tra l’VIII e il IX sec. d.C. Le murature hanno fondazioni costituite da due filari di ciottoli sovrapposti su cui si imposta un elevato con riempimento in materiale incoerente frammisto a terra e facciavista in laterizi romani di reimpiego legati da argilla. Un tramezzo in muratura suddivide internamente l'abitazione in più ambienti, mentre alcuni blocchi squadrati di pietra associati ad alcune buche di palo segnalano la presenza di una scala lapidea con ringhiera in legno funzionale al raggiungimento del pian terreno. Un secondo tramezzo in legno (IX-X sec. d.C.) appartiene, invece, a una fase di ristrutturazione dell'edificio. Nel parco dell’Agenzia si colloca un villaggio databile tra il X e il XIII sec. d.C. composto da case di impianto quadrangolare rispondenti a moduli costanti nelle dimensioni dei muri e nella distanza fra le singole cellule edilizie. Gli edifici sono costituiti da murature con fondazioni in ciottoli poco profonde e da elevati, ugualmente in pietra, dello spessore medio di 80 cm; le tessiture murarie sono piuttosto regolari, caratterizzate da porzioni di facciavista maggiormente curate nelle quali sono impiegati alcuni elementi lapidei trattati a spacco episodicamente disposti a spina di pesce; blocchi di maggiori dimensioni accuratamente squadrati sono, invece, impiegati come angolari. Gli edifici sono scanditi internamente in ambienti di dimensioni differenti, delimitati da strutture murarie di minore larghezza e affiancati da piccoli vani scalari o da corridoi; numerose buche di palo, rinvenute all'interno dei vani, potrebbero segnalare l'esistenza di sostegni per impalcati lignei, mentre la mancanza di livelli di crollo impedisce una corretta valutazione dello sviluppo degli elevati, senza però escludere la possibilità di zoccolature in pietra con elevati lignei. Strati di preparazione per i piani pavimentali, costituiti dalla successione di livelli di terreno limoso e da successivi riporti di ghiaia fine o ciottoli, a loro volta impiegati come preparazioni per battuti in terreno e malta, sono stati osservati all'interno di alcuni ambienti. Un secondo nucleo di edifici, ubicato a W del primo, è caratterizzato dalle medesime tipologie edilizie, ma si distingue per una continuità di vita protratta fino al XIV secolo e per il progressivo impiego di laterizi nelle murature. Alcune strutture murarie pertinenti ad un receptum (XII-XIII sec. d.C) si identificano nei vani cantinati delle maniche N ed E e nel giardino antistante l'agenzia carloalbertina. Esse sono costituite da paramenti in mattoni con profilo a scarpa lungo il lato esterno e contrafforti lungo il profilo interno; torrette aggettanti a pianta circolare si innestano in corrispondenza degli angoli della struttura difensiva, mentre un ampio fossato corre lungo il perimetro esterno dell'intero complesso. Tra il X e il XIV sec. si colloca un’ampia porzione di cimitero costituito da 86 inumazioni articolate su due differenti superfici di deposizione ed entrambe munite di piano di calpestio acciottolato. Nelle sepolture non sono stati rinvenuti oggetti di corredo o complementi di vestiario a eccezione di due "conchiglie da pellegrino"

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