DIVERSE FASI INSEDIATIVE DALL'ENEOLITICO ALL'ETA' DEL FERRO (tracce di insediamento, insediamento)

Briona, Eta' dei metalli inizio/ metà

Nel 1983, al centro di una piantagione di pini, circa 200 m. a NE di Cascina Le Coste, in un'area circoscritta inferiore a 2 mq, sono stati raccolti alcuni frammenti ceramici. A circa 200 m. a SE della suddetta cascina, in un campo arato sono stati rinvenuti diversi frammenti di ceramica protostorica ed alcune schegge di selce. Ulteriori segnalazioni effettuate in occasione di nuovi spianamenti agricoli sulla punta collinare a sud di Cascina Le Coste, hanno portato al rinvenimento di una notevole quantità di frammenti litici e ceramici. A seguito di questi ritrovamenti, negli anni 1983-1986 sono stati svolti scavi archeologici sul margine collinare, mettendo in luce abbondanti reperti fittili e litici costituiti da frammenti di vasi, macine, punte di freccia ed altri strumenti in pietra. Il sito si inserisce nel complesso di colline basse e ondulate estese sulla piana novarese tra Agogna e Sesia. La zona pianeggiante, ricca di acqua, presenta scarsa copertura in humus (costituito da copertura loessica pleistocenica) al di sopra di depositi ghiaiosi alluvionali Mindel o Riss. I materiali rinvenuti evidenziano la presenza di diverse fasi di insediamento, riferibili a tre momenti distinti: 1- Eneolitico, con buche poco profonde, ricoperte di ciottoli (strutture di combustione); buche di palo e ceramica "a squame", "a fori non passanti", con "decorazione metopale".Questa fase è quella di più difficile comprensione. 2- Media Età del Bronzo con fosse di scarico e ceramica a solcature simile a quella della facies di Viverone. Questa fase è quella maggiormente conservata. 3- Età del Ferro, fase piena (VIII-V sec. a.C.), con strutture abitative largamente distrutte dai lavori agricoli e dall'erosione delle superfici, documentate solo da grossi buchi per palo e pavimentazioni rubefatte, con ceramica di tipo Golasecca II-III. Ciascuna delle fasi è intervallata da periodi di abbandono. Gli scavi esaustivi dell'area più danneggiata dei lavori agricoli (mapp. 60; 8) hanno evidenziato che l'unica area intatta con deposito non alterato, è costituita dal mapp. 59, dove sono documentate pavimentazioni in concotto e piani di calpestio estesi su ampie superfici. In particolare in questo mappale si localizzano le principali strutture riferibili all'Età del Ferro (cultura di Golasecca), rappresentate da strutture rettangolari con grossi pali e pavimentazione in concotto parzialmente conservata, ed afferenti al deposito eneolitico, caratterizzato da strutture di combustione costituite da piattaforme di ciottoli, spesso intercettate dalla buche di palo realizzate a partire dal paleosuolo dell'Età del Ferro e dalle fosse dell'Età del Bronzo, praticate per il prelievo dell'argilla. Un leggero pendio determina un maggiore interramento delle paleosuperfici, con abbondanza di reperti provenienti dal dilavamento della parte sommitale della collina

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