TRATTO DI ACQUEDOTTO ROMANO (acquedotto, infrastruttura idrica)

Caltignaga, Eta' romana imperiale prima metà

Il tratto di acquedotto (specus) emergente è costituito da una muratura con fondamenta dello spessore di circa 1,90 m, assise in ciottoli di fiume legati con calce idraulica e ricoperta da uno strato uniforme della stessa calce con cui sono fissati due laterizi sesquipedali, a formare il piano di scorrimento dell'alveo. I due muri di sponda sono anch'essi formati da ricorsi di ciottoli legati da calce, per uno spessore pari a 0,5 m., e per un'altezza conservata di 0,65 m. La parte interna dei muri è impermeabilizzata da uno strato di intonaco, che facilita lo scorrimento dell'acqua e ne attutisce l'attrito. La pendenza verificata è dell'1,10 per mille e la portata di acqua giornaliera è in media pari a 11.664 mc. Non si conservano tracce della copertura che verosimilmente doveva essere realizzata con lastre di pietra appoggiate in piano ai muri di sponda. Un tratto dell'alveo risulta inoltre essere stato riempito con un conglomerato di ciottoli legati da una calce molto magra e poco resistente. Non è possibile precisare quando si sia verificato questo riempimento, forse subito dopo la costruzione, a causa di un errore di progettazione o forse con l'intento di trasformare in fortificazione la struttura dell'acquedotto. Contrariamente alla prassi di costruire acquedotti che attingessero direttamente alle sorgenti, l'infrastruttura novarese probabilmente captava le acque di qualche corso d'acqua, forse l'Agogna. Per la cronologia, qualche indizio è fornito indirettamente da due epigrafi novaresi, databili rispettivamente al I e alla prima metà del II sec. d.C., che si riferiscono ad impianti termali realizzati nel municipium di Novaria. E' possibile che anche l'acquedotto possa essere stato costruito in questa finestra temporale. Dell'acquedotto si hanno notizie già a partire dagli inizi del 1600, quando viene ricordato da una visita pastorale (cfr. C. Bascapé - Novaria seu de Ecclesia Novariensi, libri duo - Novariae MDCXII, pp. 6 ss., 346 ss. e 577)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'