MURA E POSTERLA (RESTI) DI ETA' ROMANA (cinta fortificativa, struttura di fortificazione)

Novara, sec. I d.C secondo quarto

Durante lavori di sbancamento, nel 1970, per la costruzione di un edificio commerciale, sono emersi resti di murature pertinenti alla cinta muraria romana. Si conservano per altezze diverse (da un minimo di 0,10 m. a massimo 3,96 m.) in vari punti della loro lunghezza (in tutto 36,70 m.), in relazione all'andamento irregolare del terreno e al diverso stato di degradazione che ne ha distrutto la sommità. L'andamento è rettilineo, con direzione NW-SE. Tecnica di costruzione: opus mixtum, presente in altre cinte murarie dell'Italia Settentrionale. Materiali impiegati: ciottoli di fiume, laterizi, malta. A circa 3,50 m. dal limite S-E del muro, si apre un passaggio ad arco a sesto rialzato, costruito interamente in laterizi. L'apertura ha dimensioni pari a m. 2,37(h)x0,89(largh)x0,91(profondità). I piedritti sono costituiti da 24 file di laterizi, mentre l'intradosso da tre file parallele di laterizi disposti nel senso della larghezza; la ghiera infine da una corona di laterizi a profilo trapezoidale. Le imposte dell'arco poggiano su una base costituita di laterizi posti di piatto, a scacchiera. Questa pavimentazione continua oltre l'arco verso la parte interna del muro, fino ad una scala di cinque gradini, col piano in laterizi poggianti su una doppia fila di ciottoli legati con malta. Dimensioni della pedata comprese fra 25 e 30 cm. La scala è fiancheggiata da due muri con andamento obliquo. appoggiati a quello di cinta; il muro di S-E è quasi interamente di restauro; l'altro (2,57x2,50x0,70m) presenta tecnica costruttiva simile a quella del muro di cinta, ma con minore regolarità nella disposizione dei filari di ciottoli, a cui si alternano spesso laterizi integri o frammentari. Il varco è da attribuire a fasi insediative successive. La costruzione della cortina si colloca agli inizi del I sec. d.C., in base alla datazione delle anfore utilizzate per diverse opere di drenaggio, rinvenute addossate all'alzato della cinta muraria. Si tratta di diversi tipi di produzione per lo più asiatica (Dressel 6A e 6B). Alcuni bolli datati dalla seconda metà del I a.C. all'età tiberiana costituiscono un terminus post quem per il drenaggio. Non è possibile stabilire i rapporti crono-stratigrafici tra le due opere, tuttavia l'esigenza di regimentare i corsi idrici del terreno fortemente in pendenza induce a ipotizzare che il drenaggio fosse in fase con le mura

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