Le origini della Corsa tra storia e leggenda
La Corsa degli Zingari è una delle manifestazioni della devozione locale alla Madonna di Loreto, ma il culto e il relativo rituale si compongono di numerosi elementi, che nel tempo hanno suscitato numerose ipotesi sulle origini della manifestazione.
Circolo Gianni Bosio
Immagine 77 – Pacentro –Tavola Filippo Cercone, 2024, fotografia digitale
La fonte iconografica più antica della Corsa degli Zingari è ad oggi da identificare in un dipinto di Filippo Cercone, autore pacentrano, ed è databile tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo: si tratta di una piccola tavola (oggi conservata presso il Ristorante "Taverna Caldora" a Pacentro) che rappresenta la Corsa degli Zingari, nell’ultimo tratto del percorso che ancora oggi gli Zingari compiono per raggiungere la Chiesa della Madonna di Loreto.
In assenza di fonti che documentino in maniera univoca l’origine della manifestazione, va però registrato un fiorire di ipotesi e leggende locali stratificate nel tempo. Una prima ipotesi collegherebbe la nascita della Corsa alla presenza longobarda, e affonderebbe dunque le sue radici nell'alto medioevo; secondo questa versione, la Corsa sarebbe stato il banco di prova dei giovani per la valutazione dell’efficienza fisica e di coraggio ai fini della selezione dei soldati, e quindi il banco di prova per l’esercito dei Caldora durante il periodo feudale, riservando agli esclusi dalle prove gli incarichi più umili (per questo di veda Di Cesare 2012). Altre ipotesi collegano, invece, l’origine della Corsa ad un’apparizione mariana sul Colle Ardinghi (Tollis 1979).
Una terza ipotesi, più recente, collega la Corsa alla traslazione della Casa Santa di Nazareth, che sarebbe stata affidata a due gruppi di messaggeri, uno dei quali “Zingari”. Fallito, per questioni politiche, il progetto di Celestino V di portare la Casa Santa presso la Basilica di Collemaggio all'Aquila, nel 1294 il papa avrebbe incontrato nei pressi di Pacentro gli Zingari-Messaggeri in viaggio verso Loreto; a ricordo di questo passaggio, ogni anno si terrebbe a Pacentro la Corsa degli Zingari (Frezzotti 2023).
Va sottolineato che nella letteratura folklorica abruzzese di fine Ottocento non vi è menzione della Corsa pacentrana, e di certo colpisce che Antonio De Nino, folklorista abruzzese di Pratola Peligna, pur menzionando simili manifestazioni nell'area peligna (corsa devozionale di giovani "nudi", che ricevono in premio un palio), non fa alcun cenno alla Corsa di Pacentro: "A Rivisondoli nelle principali feste, e a Pratola Peligna in San Rocco, è singolare la corsa dei ragazzi, dai sette ai dodici anni, che nudi vanno a precipizio da un punto all'altro del paese, dondolando braccia e... per guadagnare un palio. E il piccolo vincitore poi, nudo, entra nella chiesa a ringraziare il Santo, che già s'è messo una mano sul viso per non vedere!" (De Nino 1881).
Circolo Gianni Bosio
Immagine 78 – Pacentro –Tavola Filippo Cercone, 2024, fotografia digitale
Augusto Di Cesare, La corsa dell'iniziazione e la Cronaca del Placito di Settembre dell'Anno 906 ripreso da un manoscritto del 1400, Pacentro, 2012 , p.
Ferdinando Frezzotti, La Via degli Angeli. La traslazione delle Pietre della Santa Casa, Ancona, 2023 , p.
Camillo Tollis, Pacentro. Storia, tradizione, leggenda, folclore dalla Preistoria ad oggi, Sulmona, 1979 , p.
Antonio De Nino, Usi e costumi abruzzesi, Firenze, 1881 , pp. 220-222
Roberto Monasterio, Omerita Ranalli, Abruzzo in festa, Pescara, 2019 , pp. 136-137