Palazzina Depperu (Edificio e arredi)

Luras, 1908 - 1908

La palazzina Depperu sorge nel centro storico di Luras, proprio di fronte alla settecentesca chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario. Rientra in quell'insieme di edifici di pregio che caratterizzano la cittadina, espressione di una classe benestante costituita in prevalenza da proprietari terrieri. Costruita nel 1908 (6) per volere dei fratelli luresi Giovanni e Giovanni Maria Depperu, la palazzina – ancora ottocentesca nelle fattezze esterne - stupisce all'interno per la ricchezza espressiva delle decorazioni, che deriva da una consapevole adesione al linguaggio liberty (7). Questa scissione tra contenitore e contenuto rispetta la consuetudine isolana che riserva quasi sempre al Liberty l'apparato decorativo dipinto degli spazi interni, in architetture il cui aspetto esteriore è ancora eclettico. La decorazione pittorica dei palazzi signorili non si limita solo ai due centri principali – Cagliari e Sassari - ma è un fenomeno a diffusione capillare sul territorio, che investe anche i centri minori, in presenza di una committenza di tipo borghese, particolarmente "attenta alle mode culturali" (8). Nella seconda metà dell'Ottocento, ed in alcuni casi fino al primo decennio del secolo successivo, lo stile dominante in architettura è quello neorinascimentale, “italiano per antonomasia (...)al tempo stesso dignitoso ed economico" (9), del quale ancor oggi rimangono cospicue tracce in tutte le regioni italiane. Il modello più utilizzato è senza dubbio quello del palazzo cinquecentesco romano, ragion per cui Roma diviene il centro principale di sviluppo e diffusione dello stile: "Questo moto, iniziato intorno al 1850, ebbe successo anzitutto nel campo dell'edilizia privata (...)"(10). E non poteva essere altrimenti, considerata l'attenzione che il Neorinascimento rivolge alle facciate degli edifici, adattandosi senza problemi ad ogni variazione volumetrica degli stessi, e mantenendo al tempo stesso inalterate le proprie peculiarità. La palazzina Depperu applica il nuovo codice al tipo edilizio dell'abitazione gallurese. Le architetture residenziali dei paesi dell'alta Gallura sono caratterizzate da un'estrema semplicità, riproponendo i canoni costruttivi e la disposizione planimetrica dello “stazzu" (11), cosi da configurare uno scenario costituito da palazzetti monofamiliari in granito - generalmente su due o tre livelli - coperti a tetto. In questo caso, il modello di facciata è evidentemente quello del palazzo cinquecentesco, in cui l'attacco a terra è costituito da un pesante zoccolo in granito che contiene il mezzanino ed al quale si sovrappongono file continue di bugnato bocciardato, mentre una finitura ad intonaco liscio caratterizza i due piani superiori, conclusi da un aggettante cornicione su mensole. Bugne angolari - appena sbozzate al piano terra - sottolineano gli spigoli dell'edificio, il cui ingresso principale, costituito dal pregevole portone in legno di noce intagliato con sopraluce semicircolare in ferro battuto, è incorniciato da una coppia di paraste di ordine composito, e sormontato da un balcone in ghisa poggiante su mensole. Gli interni appaiono di gusto compiutamente Liberty nelle pitture murali di soffitti e pareti, che fanno da contrappunto ai singoli pezzi di arredamento, in una davvero mirabile “organizzazione della superficie” (12). La disposizione degli ambienti – distribuiti attorno all'ampio corpo scala a tenaglia – corrisponde in maniera piuttosto fedele ai principi di simmetria che regolano entrambi i prospetti dell'edificio. Al piano terra trova posto la zona giorno, mentre ai piani superiori sono ubicate le camere da letto con i relativi servizi. Il fulcro dell'edificio e indubbiamente la bella scala di collegamento fra i piani, realizzata in cemento armato (una delle prime sull'isola) con i gradini rivestiti in granito, ed il cui ingombro in pianta equivale a circa un quarto dell'intera superficie coperta. Le rampe a sbalzo - tre per ogni interpiano sono caratterizzate, oltre che dall'elegante ringhiera in ghisa, dalla decorazione pittorica che ne arricchisce il piano d'intradosso, fungendo da preludio agli ornati degli ambienti superiori. Come nella maggioranza degli edifici del periodo, la scala - elemento funzionale di distribuzione degli ambienti - diviene cosi “il biglietto da visita dell'intera costruzione" (13). La pittura ha un ruolo da protagonista nella decorazione dei soffitti e delle pareti della palazzina: ne è autore, in un arco di tempo che va dagli anni Dieci ai primi anni Venti, Fortunato Busonera, poco noto artista cagliaritano residente ad Alghero (14). Siamo nella fase in cui è già avvenuta - nel corso degli anni Dieci – la svolta di matrice secessionista nella temperie artistica sassarese, ad opera di artisti locali quali Pietro Marchisio (figlio di quell'Andrea autore delle decorazioni dei soffitti delle sale superiori del Teatro Civico), Paolo Maninchedda e Melkiorre Melis, che hanno recepito in ambiente isolano le tendenze moderniste del momento(15). La palazzina Depperu coniuga felicemente ornati di gusto Art Nouveau franco-belga, insoliti nel panorama sassarese, a decorazioni dalle forme geometrizzanti di spirito secessionista: fasci di fiori, rami di edera, nastri intrecciati, cartigli, piccoli paesaggi di sapore romantico si rincorrono nei diversi ambienti, in una gamma di colori che vana da tenui verdi e azzurrini fino ad un rosso scuro di sapore pompeiano. E' piuttosto evidente la similitudine tra il motivo nastriforme presente sulla volta della casa Dau in via S. Anna 3 a Sassari, che racchiude un paesaggio, e quello che decora i quattro angoli di uno dei soffitti della palazzina lurese, ulteriormente arricchito da motivi floreali irrigiditi da una certa schematizzazione, che accoglie in questo caso un tralcio di rose, rappresentato in maniera naturalistica. Davvero singolare è la decorazione che simula un centrino di forma romboidale poggiato su una tovaglia damascata a fiori: nell'intaglio centrale trovano posto le iniziali FD (Fratelli Depperu), mentre il bordo e impreziosito da una delicata rifinitura a pizzo arricchita da anemoni. L'artista sembra avere ben presente la lezione di William Morris, in particolare la scoperta del fascino e della ricchezza che derivava dalla sovrapposizione di due trame figurative di diversa natura e dimensione (16). Iris, campanule, anemoni e tulipani piegano il loro gambo all'avvolgente volere di una linea liberty che intreccia steli e corolle, ed il cui esito finale si avvicina in molti casi a semplificazioni di tipo geometrico già Deco. Significativa in questo senso è la decorazione del soffitto di una delle camere da letto, i cui ornati ripropongono in maniera identica, anche se parziale, quelli del soffitto di un ambiente del palazzo Sanna-Cavanna in via Dante a Sassari, esemplari di una transizione da un Liberty spurio, di vago sapore moresco, a certe schematizzazioni vicine al Deco (...)" (17). La decorazione della casa sassarese, datata agli anni Dieci ma ad oggi anonima, potrebbe quindi verosimilmente attribuirsi al Busonera, il quale avrebbe riutilizzato il medesimo cartone a Luras, dando in questo caso all'insieme un più ampio respiro. Contribuisce in maniera significativa alla definizione degli ambienti la decorazione pittorica presente sulla quasi totalità delle pareti della palazzina eseguite a stampino, simulano mirabilmente eleganti carte da parati policrome, uno dei rivestimenti maggiormente impiegato dallo stile liberty. Motivi floreali di diverso genere, declinati in varie cromie, si ripetono meccanicamente su tutta la superficie interessata, conferendole ritmo e movimento uniformi. Si conservano ancora i serramenti lignei orginari – interni ed esterni di semplice ma garbata fattura, oltre ai sistemi lignei di impalcatura dei tendaggi delle finestre, ed in alcuni casi ai tendaggi stessi. Ai piani superiori sono presenti le belle pavimentazioni d'epoca in marmette di graniglia policrome, dalle decorazioni geometriche e floreali, differenti per ogni stanza e disposte in modo da simulare disegni a scacchiera con tessitura ortogonale o trasversale rispetto alle pareti. Il presente provvedimento intende sottoporre a tutela, ai sensi degli artt. 10 e 13 del D. Lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio", la palazzina Depperu di Luras, in quanto bene culturale d'interesse artistico-storico, come contemplato dall'art. 10 comma 4 lettera ņ del Codice. La palazzina Depperu costituisce infatti una notevole emergenza architettonica, anche per la sua privilegiata collocazione nel centro storico di Luras, residenza di una famiglia del ceto borghese, è rappresentativa dell'attenzione che veniva posta al gusto dell'epoca anche in un centro periferico come Luras. Riveste infine carattere di eccezionalità la qualità ed uniformità delle decorazioni interne dalle pitture murali, alle pavimentazioni, ai serramenti, fino ai pezzi di arredamento in particolare letti e divani decorati in ferro - tutto concorre alla formazione di un immagine pienamente liberty. Per tutta questa serie di motivi appare quindi opportuna l'emissione di un provvedimento di tutela che trasmetta il bene intatto alle generazioni future. L'edificio dovrà pertanto essere preservato da ogni eventuale uso che non sia compatibile con lo stesso, conservato nei caratteri architettonici, costruttivi e decorativi ancora presenti, e restaurato nel pieno rispetto di materiali, tecniche costruttive e finiture originarie, con particolare attenzione al delicato intervento di restauro da compiersi sulle pitture murali, che tanta parte hanno nel carattere di unicità del bene

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