Necropoli ex albergo La Scala di Ferro (area ad uso funerario necropoli)

Cagliari, ca III a.C - ca II-III d.C

L’edificio noto come Scala di Ferro si trova nella parte orientale del quartiere Marina. Costruito in stile neogotico sui resti del cinquecentesco bastione di San Giacomo il complesso edilizio ebbe, nel corso del tempo, vari proprietari e diversificati utilizzi: piazza d’armi della Guardia Nazionale, stabilimento balneare, poi termale e successivamente albergo fino al 1964. Dopo anni di abbandono, tra il 1999 e il 2002, l’intero fabbricato è stato interessato da lavori di restauro, finalizzati al recupero dell’edificio e alla costruzione di parcheggi sotterranei. Tali attività hanno consentito di riportare in luce, oltre alle strutture ottocentesche e alle fortificazioni del XVI secolo, anche una nuova parte della già nota area cimiteriale, di epoca romana, che occupava la zona nord orientale della città. Sotto il riempimento cinquecentesco sono stati infatti individuati, in parte impostati sul banco di roccia naturale, distinti settori di una necropoli differenziata per fasi cronologiche e tipologie sepolcrali. La porzione nord occidentale dell’area (area A) era occupata sia da sepolture a incinerazione entro fossa scavata nella roccia o contenitori fittili (in misura minore urne di vetro) deposti nelle fenditure naturali del banco roccioso, sia da tombe a inumazione caratterizzate da fosse scavate nel banco di roccia naturale colmate con il materiale di risulta. I corredi funerari, costituiti oltre che da materiale ceramico da amuleti in osso e oggetti d’uso in metallo e vetro delineano una fase di utilizzo delle sepolture dalla metà del III secolo a.C. al I secolo a.C. A est di quest’area, a una quota inferiore di circa m 4,5 in una parte pianeggiante delimitata a W da un muro a telaio conservato per m 1 di elevato, si estendeva una piccola zona funeraria monumentale (area B) caratterizzata da 4 sepolture a inumazione entro sarcofago, di cui uno strigliato, 4 incinerazioni entro urne litiche sormontate da due cippi a botte e due cippi con la parte sommitale a semicerchio recante iscrizioni funerarie e una mensa in pietrame e calce con tracce di pittura. Sia le urne che i cippi, in calcare bianco locale, si datano tra la fine del I e la prima metà del II secolo d.C. mentre i sarcofagi, ugualmente in calcare, e la mensa vennero sistemati successivamente dopo il rialzamento del piano di calpestio dell’aria funeraria. Un altro lembo della stessa necropoli è emerso nella porzione nord orientale dell’area a una quota più elevata (circa m 3,5), laddove sono state individuate altre due sepolture: una tomba a cupa di piccole dimensioni e un’incinerazione costituita da un blocco in calcare con adiacente cippo rovesciato recante un’iscrizione funeraria che in origine dovette essere collocato sul cinerario. Il terzo settore dell’aria funeraria (area C), parzialmente delimitato da un muro costruito con blocchi isodomi di riutilizzo, venne costruito in epoca medievale spianando una porzione della necropoli d’età romana. Tale spianamento risparmiò nella porzione settentrionale dell’area un sepolcro monumentale, orientato NW-SE con prospetto principale a S, a pianta quadrata (lato m 2,30) con un elevato residuo conservato per un’altezza massima di m 2,20. Il monumento, costruito con blocchi squadrati legati con malta di calce, si presentava intonacato su tutta la superficie ad eccezione del prospetto posteriore laddove era praticata un’apertura chiusa da una lastra di pietra. Poiché al momento della scoperta il monumento si presentava danneggiato e mancante della parte superiore non è stato possibile capire se fosse relativo a una tomba su podio o a un’edicola. All’interno della camera (m 1,20 x 1,20), ricavate nello spessore dei muri si susseguono sei nicchie tre delle quali contenenti urne cinerarie (due fittili e una di vetro). Un altro monumento sepolcrale, messo in luce durante il consolidamento delle fondazioni ottocentesche dell’ex albergo La Scala di Ferro e attualmente non più visibile, era del tipo a podio a pianta quadrangolare, costruito con blocchi squadrati di calcare sormontato da una cornice aggettante, realizzata con blocchi sagomati a gola rovescia, inquadrata tra due listelli. L’area funeraria, distribuita su vari livelli con differenti tipologie sepolcrali e distinti rituali funerari, inumazione e incinerazione, ebbe dunque una lunga fase di utilizzo compresa tra il periodo romano repubblicano fino alla piena se non anche tarda età imperiale, costituendo verosimilmente a livello topografico il limite nord orientale dell’espansione urbana della città

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