Santa Caterina d'Alessandria

scultura, 1591 - 1591

La scultura marmorea, posta su un breve basamento circolare è scolpita a tutto tondo; raffigura Santa Caterina d'Alessandria in abito regale, con i suoi attributi iconografici. Ella, con la mano destra tiene la ruota e la spada appoggiate lungo il fianco; con l'altra la palma del martirio e il libro sacro, mentre con il piede destro calpesta la testa dell'imperatore Massenzio. Quest'ultimo con gli occhi chiusi e la barba lunga s'intravede in basso, sotto le sontuose vesti della santa. La quale, inoltre, reca all'anulare della mano destra, l'anello, simbolo delle sue nozze mistiche con Cristo

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Bernini Pietro (1562/ 1629): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo
  • INDIRIZZO Largo San Pietro, Morano Calabro (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Da un documento pubblicato dal D'Addosio nel 1913 si rileva che l'opera, fu commissionata nel 1591 a Pietro Bernini da parte di fra Bernardo procuratore della chiesa di S. Maria di Colloreto presso Morano. Detta chiesa, fondata tra il 1545 ed il 1592, fu abbandonata alla fine del XVIII sec. e le sue suppellettili vennero trasferite nelle varie chiese di Morano (principalmente a S. Maria Maddalena ed a S. Pietro). La Santa Lucia e la Santa Caterina, rimasero a Colloreto fino al 1810, come testimoniano i documenti rinvenuti da Silvia Tozzi. Le statue erano collocate nelle nicchie dell'altare maggiore della chiesa, ai lati della statua centrale raffigurante la Vergine Maria, meglio nota come 'Madonna della Candelora o Santa Maria del Reto', dal 1752 nella chiesa della Maddalena. Nel gusto ancora pittorico del panneggio, l'opera rileva l'accostamento del Bernini al Sansovino, prima dell'incontro con il Caccini (1594-1595) che fu determinante per l'orientamento in senso barocco della sua scultura. Insieme alla Santa Lucia conservata nella stessa chiesa, l'opera, tra l'altro più articolata e meglio definita, rientra nell'attività giovanile dello scultore e mostra accenti classicheggianti, che derivano all'artista dalla sua prima attività di restauratore delle opere classiche. La critica, inoltre, riferisce di un certo "classicismo gaginesco" risentito dalle due sculture e appreso dal Bernini in seguito ad un suo possibile soggiorno messinese (Negri Arnoldi 1983). Le riflessioni stilistiche sull'opera ebbero inizio con il critico Pasquale Rotondi, quando negli anni trenta del Novecento, ebbe il merito di rintracciare le due sculture
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800006471
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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