Nozze di Cana

dipinto, post 1650 - ante 1699

Dietro al tavolo imbandito, al centro della composizione, siede il Cristo alla cui destra si trova la Madonna. Gli sposi sono sulla sinistra del quadro ed altri commensali e Apostoli siedono intorno alla mensa. In primo piano al centro si vede un moretto coppiere, mentre a destra si vedono due servi che versano l'acqua nelle brocche. Altri servi sul fondo. Su un loggiato, in fondo a sinistra, dei mosaici

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 225 cm
    Larghezza: 290 cm
  • ATTRIBUZIONI Preti Mattia Detto Cavalier Calabrese (cerchia)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa dei SS. Pietro e Paolo
  • INDIRIZZO Via Chiesa Maggiore, Montescaglioso (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fa parte delle quattro grandi tele, donate dal marchese Ferdinando Cattaneo alla Chiesa Madre di Montescaglioso, poco prima del 1830. Nel manoscritto degli archivi parrocchiali, redatto da Domenico Gatti nel 1830 (Per una idea della chiesa nuova e vecchia, pp. 19-20) si afferma infatti: “S’ammirano poi colla sorprendente veduta quattro quadri ben grandi e antichi che sono stati situati due sulla crociera, della nascita ed Epifania, e altri due sopra della porta picciola con dirimpetto alla porta della Sagristia che sono della conversione della Maddalena e delle nozze di Cana Galilea, regalati dall’Ecc.mo Signor Marchese di qui con moltissimo suo piacere, dicendo essere meglio stare in Chiesa che nel Palazzo, quadri si sommo valore costando migliaia, tanto vero che un certo pittore disse costare duc. 100 per ogni testa”. Attribuiti dalla Grelle (1981) a Mattia Preti, i dipinti, pur di buona qualità, non possono essere, a mio avviso, degli autografi del pittore calabrese, ma potrebbero essere stati realizzati da un pittore molto vicino al Preti, forse suo fratello Gregorio (1603-1672), sul finire del XVII secolo. L’artista che li archiviò, pur raggiungendo momenti di alta qualità cromatica, non sempre è in grado di eguagliare il disegno e l’intelligenza compositiva del Preti (cfr. anche Montescaglioso 1983), da cui comunque sembra trarre ampia ispirazione. Secondo Anna Grelle (1981), il dipinto qui analizzato è di indubbia autografia pretiana: la studiosa riconosce infatti in esso un omaggio ancora giovanile di Mattia Preti al Paolo Veronese delle Nozze di Cana, acquistato dal duca Francesco d’Este nel 1645 e ora a Dresda, oltre che un preciso rapporto con l’Adorazione dei Pastori eseguita dal Preti per Santa Maria di Monteverginella a Napoli. Con un’attribuzione al Preti esso è stato esposto a Milano nel 2008. A mio avviso, l’attribuzione al pittore calabrese è insostenibile, soprattutto se ci si sofferma su alcune figure nella parte sinistra della tela, il cui disegno risulta piuttosto debole e incerto. Sicura invece è l’ascendenza pretiana della composizione, che trae ampia ispirazione dalla tela del Preti col medesimo soggetto ora a Londra (National Gallery), databile al periodo napoletano del pittore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700032463
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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