Battesimo del Signore. battesimo di Cristo

icona,

PERSONAGGI: S. Giovanni Battista; Cristo; Angeli (3); PAESAGGIO: Riva del Giordano

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola
  • ATTRIBUZIONI Kontianis Ioannis (notizie Sec. Xviii): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Rosciano (PE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La liturgia utilizza i termini di Epifania, Teofania e Festa delle Luci. " Diamo il nome di Epifania a questo giorno, - dice Giovanni Crisostomo (+ 4 07) -, perché la grazia salutare del Signore si è manifestata a tutti gli uomini. Ora, perché chiamiamo Epifania non già il giorno della nascita, ma quello in cui ha ricevuto il battesimo? Perché la sua manifestazione a tu tti gli uomini non avvenne al momento della sua nascita, ma del suo battes imo, dato che fino ad allora molti non lo avevano conosciuto" (Omelia 37, J.P. MIGNE 49). Il termine Epifania, autorevolmente spiegato dal Crisostomo, ha un connota to cristologico, mentre Teofania una prerogativa trinitaria. Si è realizza ta, infatti, la manifestazione di Dio, uno e trino. Tale peculiarità è ben evidenziata da un inno della festa che dice: "Trinità, Dio nostro, oggi s ei apparsa indivisibile. Il Padre, infatti, ha dato una chiara testimonian za del Figlio, lo Spirito in forma di colomba è disceso dal cielo, il Figl io ha chinato il suo capo intemerato davanti al Precursore ed essendo stat o battezzato ha riscattato l'umanità dalla schiavitù quale amico degli uom ini" (Inno, Grande Ora III, tono IV). Al termine Epifania e Teofania, ampiamente utilizzati, venne preferita, tu ttavia, la denominazione introdotta da Gregorio Nazianzeno (329-390 c.): F esta delle Luci. Cristo, infatti, è venuto per essere la luce del mondo ch e illumina quelli che erano nelle tenebre (Sancta Lumina; J.P. MIGNE 36; v . or. 40, 1; GREGORIO DI NAZIANZO, 2000. La festa viene chiamata tuttora t ôn Fôtôn -delle Luci- o semplicemente ta Fôta -le Luci-). Per i Padri grec i la miseria del peccatore consiste nell'ignoranza: il Cristo apre per sem pre "le porte della Luce a coloro che, figli delle tenebre e della notte, aspirano a divenire figli del giorno e della luce" (ORIGENE, Contra Celsum ; v. G. PASSARELLI, 1998). Cristo con i piedi immersi nella trasparenza cristallina delle acque del G iordano, china il capo per ricevere il battesimo, mentre si squarciano i c ieli e nella luce della gloria, che ricorda quella di Gian Lorenzo Bernini in San Pietro, appare lo Spirito in forma di colomba (Mt 3, 16). Sulla ri va opposta a Giovanni vi sono tre angeli: uno inginocchiato che prende il mantello che scivola dalle spalle di Gesù, mentre gli altri due tengono sp iegato dei panni bianchi. Sembrano due accoliti pronti a fornire al maestr o l'asciugamano e il vestiario. È evidente che si era smarrito il signific ato del gesto degli angeli con le mani velate in segno di adorazione, tipi co dell'iconografia tradizionale. Nel quarto inferiore destro vi è la scritta: dià cheiròs Ioannou poté Deme triou Kontianis Kalarritiatou = Per mano di Giovanni del fu Demetrio Konti anis di Kalarite. Si tratta di Kalarite nella regione di Joannina in Epiro dove operavano diversi iconografi non certo conservatori (di questo ambit o vi è l'icona di Asterio di Kalarite a Livorno del 1766, v. G. PASSARELLI , 2001). Il dipinto presenta qualche integrazione dovuta a caduta di colore, come n el caso dell'intero corpo della colomba. Mentre il dipinto si conserva qua si integralmente in modo discreto, la tavola sul retro mostra evidenti dan ni piuttosto consistenti di termiti ancora vive
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300094519
  • NUMERO D'INVENTARIO 19
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ISCRIZIONI quarto inferiore destro - dià cheiròs Ioannou poté Demetriou Kontianis Kalarritiatou -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'