Maggiore Generale Sergente delle Milizie, Generale e maggiore sergente delle milizie, Maggior General Sergente delle Milizie (Costume maschile del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina / Maggior General Sergente delle Milizie, bene complesso/ insieme)

ante 1962 - post 1997

(Farsetto) in velluto marrone e nero scende lungo sotto la vita con un broccato in seta color oro. Le maniche sono bianche con tiracchi neri e passamanerie in seta. (Braghe) le braghe come le maniche sono bianche con tiracchi neri e passamanerie in seta. (Mantello) in velluto nero con decorazioni in seta color oro, e interno di seta rosso. (Berretta) nera con decorazioni in seta color oro

  • OGGETTO costume maschile del corteo storico della repubblica fiorentina / maggior general sergente delle milizie costume realizzato per fini di rievocazione storica
  • CLASSIFICAZIONE ABBIGLIAMENTO E ORNAMENTI DEL CORPO/ VESTIMENTI
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Fiorentina
  • ATTRIBUZIONI Emilio Pucci (laboratorio)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Emilio Pucci (laboratorio)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I costumi fanno parte della collezione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, nato in occasione della rievocazione storica del Calcio Storico Fiorentino, un gioco di palla rinascimentale, organizzata dal Comune di Firenze nella sua forma attuale nel 1930 (BIBR: NARDINI 2020, ZINANNI 2019, CARRATU’ 2018, FROST 2018, SAVELLI 2013, ARTUSI 2011, LASANSKY 2004, 1999, ARTUSI – SOTTANI 1989, GANDI 1936, LENSI 1931). La manifestazione, che vede oggi competere in un torneo a eliminazione diretta le quattro squadre rappresentanti i “quartieri storici” della città, si svolge ogni anno in giugno, con finale in occasione della festa patronale della città di Firenze. Nel contesto del torneo, il Corteo rappresenta la milizia e alcune delle istituzioni cittadine della Repubblica fiorentina (1527-1530), e ha il ruolo di introdurre le partite, con una sfilata a passo di marcia in costumi rinascimentali lungo le vie e le piazze del centro storico della città. Grazie alla sua performance rievocativa, la sfilata del Corteo fornisce al gioco la sua legittimità storica e la sua cornice rievocativa (BIBR: NARDINI 2020). Il fatto che la sfilata si svolga lungo le vie del centro storico di Firenze (e che le partite si giochino nelle sue piazze principali, e con continuità negli ultimi decenni nella piazza in cui si era svolto l’evento originario cui la rievocazione fa riferimento, la “partita dell’assedio” del 1530, Piazza Santa Croce, che reca tra l’altro testimonianze visibili dell’antico gioco rinascimentale del calcio fiorentino) non è un mero dettaglio scenografico, ma un aspetto centrale, costitutivo del valore della manifestazione, della sua rappresentatività nei confronti di una rappresentazione dell’“identità territoriale”, e del connesso legame con la storia della città, inscritta in quelle vie, in quelle piazze e in quei monumenti attraverso la logica del “patrimonio” (BIBR: NARDINI 2020). Svolgendosi nei luoghi centrali della storia e della gloria fiorentina, il Torneo del Calcio Storico sancisce insomma il legame tra attualità e storia, nonché quello tra gli aspetti “materiali” (le piazze, i palazzi, i monumenti del centro storico) e quelli “immateriali” (le “tradizioni”, i saperi, le gestualità, le reti sociali, le appartenenze…) del “patrimonio” della città. La manifestazione perderebbe la sua autenticità e i suoi legami con la storia qualora si svolgesse in altra sede – in una sede cioè priva di evidenti legami architettonici, artistici e “patrimoniali” con la storia e l’identità cittadine. Come ha rilevato Thomas Renard (BIBR: RENARD 2017, p. 118), l’architettura nelle rievocazioni storiche (il Centro Storico di Firenze in questo caso) è più di una mera “scenografia” per la messa in scena di un episodio o dell’identità locale, dal momento che essa contribuisce in maniera determinante a dare forma e significato, attraverso le logiche e i processi di “patrimonializzazione”, al sentimento di appartenenza e ai processi di definizione di quella identità. Nel tempo, il Corteo ha acquisito una relativa indipendenza da quella che rimane ancora oggi la manifestazione più importante cui prende parte, e in formazione ridotta presenzia con funzioni scenografiche e di rappresentanza a molte delle altre manifestazioni organizzate dal Comune di Firenze nel corso dell’anno. A oggi, esso sfila nella sua formazione completa solo in occasione del Torneo del Calcio Storico di San Giovanni. I costumi in dotazione al Corteo, di proprietà del Comune di Firenze, hanno un valore storico-artistico e un pregio artigianale (BIBR: ZINANNI 2019). Si tratta di beni materiali di particolare interesse etno-antropologico, per tutte le ragioni emerse dalla ricerca etnografica volta alla documentazione degli aspetti di interesse etnoantropologico del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico (BIBR: NARDINI 2020, pp. 136-sgg.). In particolare, sembra qui utile evidenziare come i costumi, confezionati fino agli anni più recenti da laboratori sartoriali fiorentini, rappresentino beni che connettono, sia da un punto di vista materiale (economico, produttivo, artigianale, lavorativo eccetera) che simbolico (“immateriale”) la realtà del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico con il tessuto sociale della città, o se non altro con una idealizzazione nostalgica del tessuto sociale della città, fatto di conoscenze e di saperi artigianali di cui si lamenta adesso la perdita a favore della colonizzazione del mercato da parte della grande distribuzione (BIBR: NARDINI 2020, pp. 142-143). Gran parte della terminologia e delle fogge attuali relative ai costumi del Corteo viene coniata dai promotori della reintroduzione del calcio in epoca fascista, un processo che viene documentato nel testo di Alfredo Lensi (BIBR: LENSI 1931), il quale servirà da riferimento per la definizione di nomi e ruoli delle figure del Corteo, anche quando queste vengono introdotte nella sfilata in tempi più recenti (come per esempio i gruppi degli Archibusieri o dei Bandierai degli Uffizi: BIBR: NARDINI 2020). È il testo di Lensi che definisce una volta per tutte le fonti centrali nella ricostruzione del gioco, ed è questo testo (e le fonti di riferimento) che verranno usati per tutto il periodo successivo per eventuali modifiche nell’organizzazione del Corteo, e per le pubblicazioni che lo riguardano. Nel primo Regolamento della manifestazione, Lensi (BIBR: LENSI 1931, p. 139) divide le Milizie del Corteo in gruppi, in ordine gerarchico: al vertice sta la categoria dei Nobili, tra i quali include “l’Araldo della Signoria, i Commissari di Quartiere, il Generale e maggior sergente delle milizie, i Cavalieri”. Nel tempo, questa gerarchia interna delle figure del Corteo rimane pressoché invariata. Il costume in questione viene pensato e prodotto da Emilio Pucci, proprietario dell’omonima casa di moda, e sfila nel Corteo almeno dal 1961. Pucci propone una versione nera del costume da Maggior General Sergente delle Milizie che nei disegni originali di Lensi (FTAN: DGT000002) e nel Corteo, dal 1930, era rosso e diverso in alcuni dettagli (BIBR: ARTUSI - SEMPLICI 2011, p. 75). Pucci interpreta il Maggior General Sergente delle Milizie continuativamente nel Torneo del Calcio Storico, a eccezione di poche edizioni, fino al 1989, quando il ruolo verrà coperto stabilmente dal marchese Gian Pietro Ghini (e il costume passerà al figlio di Pucci, Alessandro dei marchesi Pucci di Barsento, che interpreterà invece il Comandante dei Colonnelli delle Bande a cavallo dal 1992 al 1996). L'interpretazione sartoriale di Pucci del costume originale del Maggior General Sergente delle Milizie è interessante per diverse ragioni: - il materiale utilizzato, di pregio e in seta della manifattura Giuseppe Lisio, azienda fiorentina nota per la produzione della seta, la cui eredità è oggi promossa dalla Fondazione Arte della Seta Lisio Firenze; - la fattura sartoriale di alto livello; - il fatto che riporti (difficile capire se e fino a che punto in maniera volontaria e consapevole) i colori a una fonte iconografica precedente rispetto ai bozzetti di Lensi, ovvero il ritratto di Stefano IV Colonna (Stefano Colonna da Palestrina) fatto dal Bronzino nel 1546 (Agnolo di Cosimo Bronzino, Ritratto di Stefano IV Colonna, olio su tavola, cm 125 x 95, Palazzo Barberini, Roma, Inv: 1434; FTAN: DGT000070) e preso in considerazione come fonte in vari scritti dedicati al Corteo (BIBR: ARTUSI-SEMPLICI 2011, p. 75); - la corrispondenza della figura del Maggior General Sergente delle Milizie con il Capogruppo del Gruppo dei Nobili riguardo alla sua composizione, alla disciplina dello stesso e ad ogni altra questione connessa. Il personaggio che viene associato alla figura del Maggior General Sergente delle Milizie è Stefano Colonna da Palestrina, che svolse effettivamente un ruolo di rilievo nell’esperienza repubblicana cui il Corteo fa riferimento, e in particolare nel periodo dell’assedio (BIBR: MONTI 2013, p. 107). Condottiero già al servizio del re di Francia, Stefano Colonna giunge a Firenze in soccorso dei fiorentini nel 1529 e a lui viene affidato il comando delle milizie fiorentine - quelle milizie cittadine dell'Ordinanza che secondo Lensi, tra i principali rievocatori del gioco del calcio e organizzatori della manifestazione nel 1930, "fu il gran sogno di Nicolò Machiavelli" (BIBR: LENSI 1931, p. 125). Nelle parole del Lensi, d'altronde, il ruolo del Corteo nella rievocazione era proprio quello di ricostruire e celebrare la Milizia dell'Ordinanza. Così descrive il personaggio lo stesso Lensi, nella sua ricostruzione della partita del 17 febbraio 1530 cui la manifestazione si rifa': "In prima fila, il signore Stefano Colonna conte di Palestrina, generale e maggiore sergente della Milizia: grande di persona, di viso lungo, gran naso tra gli occhi vivaci, gran barba lunga quasi insino al petto, berretta sulle ventitre sopra il berrettino di seta viola, mantello corto alla francese, corazza e banda verde" (BIBR: LENSI 1931, p. 110). Emilio Pucci teneva molto al suo ruolo nel Corteo, e al suo costume, tanto che quando si fece ritrarre dal pittore canadese André Durand lo fece sul cavallo bianco con cui sfilava in occasione delle partite del Calcio Storico e col suo costume di Maggior General Sergente delle Milizie (André Durand, Marchese Emilio Pucci di Barsento a cavallo, 1992, 160x140: FTAN: DGT000069). Viceversa, Emilio Pucci e il suo costume hanno rappresentato e rappresentano un vanto per i protagonisti del Corteo. La sua figura è stata centrale nella Firenze del Novecento. Nobile colto e carismatico, aviatore pluridecorato nella Seconda guerra mondiale, deputato e sottosegretario al Ministero dei Trasporti, ma soprattutto stilista riconosciuto a livello internazionale e apostolo del made in Italy nel mondo (BIBR: MANNUCCI 1998), il marchese ha incarnato e incarna, agli occhi dei protagonisti della manifestazione, quella stretta connessione tra la realtà sociale cittadina, la sua “identità” culturale e produttiva/artigianale, e il potenziale rappresentativo del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico, emerso con chiarezza dalla documentazione etnografica (BIBR: NARDINI 2020). Il fatto che egli stesso vedesse nella sua partecipazione al Corteo un impegno importante nei confronti della sua città e un modo per sentirsi – e mostrarsi – fiorentino sancisce agli occhi di tutti, insiders e outsiders, non solo il prestigio della manifestazione, ma anche la sua rappresentatività nei confronti del tessuto sociale e delle eccellenze della produzione manifatturiera cittadina. Il legame del Corteo con le realtà produttive della città è emerso come aspetto di fondamentale interesse demoetnoantropologico dalla ricerca etnografica svolta da Nardini (BIBR: NARDINI 2020). La realtà artigianale fiorentina e il suo livello di eccellenza sono considerati elementi costitutivi dell'identità locale. L'azienda di Emilio Pucci e la Lisio costituiscono due realtà emblematiche in questo senso, e il costume confezionato da Emilio Pucci stesso diventa dimostrazione evidente della connessione inscindibile tra il Corteo e la realtà sociale e produttiva della città
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Travestimento per rievocazione storica
    Indossato da Emilio Pucci e dal figlio Alessandro in occasione della sfilata del Corteo della Repubblica Fiorentina lungo il percorso prestabilito nelle vie del centro storico di Firenze, in occasione delle partite annuali del Torneo del Calcio Storico Fiorentino. Indossato con corazza, da interprete a cavallo
  • CRONOLOGIA D'USO 1962 ante -1996
  • LUOGO DI REALIZZAZIONE Firenze (FI) - Toscana , ITALIA
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Antica
    Durand Galleries
    Lensi Orlandi Cardini, Susanna
    Nardini, Dario
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901390590
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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