SAN MATTEO EVANGELISTA

dipinto,

dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Arrigo Di Niccolò Di Ser Cecco (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Oratorio della B.V. di Loreto detto il Loretino
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Scarse sono le notizie riguardanti i dipinti. IlPiombanti li cita come opere della scuola dei giotteschi. analogamente il Lotti si limita a segnalarli dicendoli trecenteschi. Il termin post quem per la datazione dei dipinti è certamente 1399, anno in cui l'oratorio venne destinato a custodire l'immagine del S.mo Crocifisso. I caratteri stilistici delle opere in questione, vicini a quelle dei seguaci di Agnolo Gaddi, come Niccolò Gerini e Cenni di Francesco, inducono a datarle al secondo decennio del sec. XV. Nell'anno 1411 compare nelle carte d'archivio del comune di San Miniato (Arch. Com. S. Min. Vicariato, 1598,c; 4v) il nome del pittore pratese Arrigo di Niccolò, già attivo con Niccolò Gerini in Palazzo Datini a Prato. Nel 1409, Arrigo eseguì nel palazzo del mercante pratese una serie di lunette in cui sono raffigurate delle scene di caccia, dei paesaggi e degli animali. Il raffronto tra queste raffigurazioni e le scene dell'Oratorio del Loretino permette di ravvisare in queste ultime la mano del pittore pratese. Particolarmente probante risulta il confronto tra gli animali rappresentati in alazzo Datini e quelli posti nelle scene dell'Adorazione dei Magi e nella Natività. Nei dipinti dell'oratorio appare però anche l'intervento di almeno un altro artista. la scena dell'Adorazione dei Magi presenta delle analogie con la composizione dallo stesso soggetto che si trova nella predella del polittico eseguito nel 1413 da Piero di Miniato per il Ceppo dell'eredità Datini, ora nella Galleria Comunale di Prato; Piero e Arrigo di Niccolò avevano già lavorato insieme al servizio del mercante pratese, e si può periò ritenere plausibile che Piero abbia avuto una certa parte nei dipinti del Loretino. Non bisogna dimenticare inoltre che il ciclo in questione si inserisce in una cospiqua serie di interventi decorativi che ebbero luogo a San Miniato nei primi decenni del XV secolo e che sono tutti riconducibili alla bottega di Niccolò di Pietro Gerini. Particolarmente vicini agli artisti attivi nel loretino appaiono quelli che, sulla scia di Cenni di Francesco (anch'egli sicuramente a Sa Miniato ancora nel 1411), affrescano la volta della seconda crociera dell'oratorio di Sant'Urbano e le scene della vita di Maria nella cappella degli Armaleoni a S. Domenico. Ulteriori assonanze possono riscontrarsi con le opere del maestro, vicino ai modi di Lorenzo di Bicci, che adorna con Allegorie della Venuta di Cristo la volta della prima crociera dell'oratorio di Sant'urbano e probabilmente dipinge gli affreschi monocromi con mezze figure di santi nella cripta dello stesso convento di S. Domenico. Particolare considerazione merita la tecnica esecutiva dei dipinti. Nel corso del restauro si è constatato che essi sono eseguiti a secco su intenaco facendo uso di particolari colori a tempera impiegati per lo più dai miniatori: in particolare rosso al minio, azzurrite, verde all'ossido di rame. Per le lumeggiature e le pieghe delle vesti è stato fatto uso di bianco di biacca. Ciò ha reso necessario l'uso di un legante particolare, probabilmente a base di gomma arabica, anch'esso impiegato nelle decorazioni miniate, e spiega il particolare effetto cromatico dei dipinti della fascia inferiore. Questo tipo di tecnica lega le opere in questione alle decorazioni araldiche eseguite, probabilmente negli stessi anni, nella Sala del consiglio del Palazzo comunale di San Miniato, nel locale soprastante lo stesso oratorio del Loretino. Inoltre la tecnica e il tipo di decorazioni vegetali che compaiono nei dipinti, consentono di riconnetterli all'ambiente artistico pratese e pistoiese del primo Quattrocento, fornendo così un ulteriore conferma all'ipotesi attributiva qui formata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900212935
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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