Sette opere di Misericordia

dipinto,

Personaggi: Cristo. Figure maschili: confratelli; sacerdoti; medico. Figure femminili. Interno. Architetture: sepolcro; pareti; portale in pietra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Santi Di Tito (1536/ 1603)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I dipinti qui presi in esame facevano parte della decorazione dell'altare ligneo eseguito per l'oratorio della Misericordia, a partire dal 1578. L'altare ligneo, la cui esecuzione fu affidata a Filippo di Bartolomeo Lasagnini, conteneva al centro una nicchia nella quale era sistemata la Madonna di Benedetto da Maiano. Nella cimasa dell'altare erano due pitture, una raffigurante lo Spirito Santo e l'altra i putti con cartiglio; ai lati erano collocati i santi Tobia e Sebastiano e in basso la predella con le Opere di misericordia. Un documento di pagamento, conosciuto già dal Passerini, ma pubblicato per esteso da Monica Bietti nel catalogo della Misericordia, conferma l'attribuzione di tutti i dipinti dell'altare a Santi di Tito, che li eseguì dal dicembre del 1578, data della logagione, e il 1580. Le vicende attribuitive dei dipinti hanno però subito diverse variazioni specie per ciò che riguarda le antiche fonti, in genere piuttosto imprecise. La critica più recente è concorde nell'assegnazione a SantiTito di tutto il complesso, vedendovi un esempio, di alto livello qualitativo, dell'adesione del pittore ai criteri di semplicità e della somiglianza voluti dalla Controriforma. L'altare fu smembrato nel 1781 in occasione della ristrutturazione dell'oratorio e da quel momento le tavole subirono sorti diverse. Nella predella dell'altare erano raffigurate le 'Sette opere di Misericordia'. Dei sette scomparti ce ne rimangono oggi solo tre, due dei quali attaccati insieme nel secolo XIX. Quando l'altare nel 1780 fu smembrato le Sette storie di Misericordia furono poste nelle stanze della Misericordia, e qui si trovano ancora tutte quando nel 1843-1845 furono riprodotte nel volume del Landini- Pillari. Nel 1862, in un inventario, sono descritte solo due piccoli quadri dove 'in uno è il figurato il cenacolo, nell'altro due storie nelle quali si vedono uno moribondo nel letto e nell'altra la sua tumulazione'. È probabile che a questa data le altre quattro storie della predella fossero già scomparse. Anche le tavolette qui prese in esame sono state variamente attribuite a Santi di Tito e a uno dei tre Bronzini. Le tavolette di grande semplicità ed efficacia didattica denotano la completa adesione del pittore allo spirito controriformato. Dal punto di vista iconografico è interessante notare l'identificazione del sofferente con Cristo stesso e la trasformazione dell'avvenimento nella realtà contemporanea della Confraternita
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900096155
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • ISCRIZIONI in basso sal centro - 14 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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