Pietà

scultura, 1925 - 1925

Scultura in bronzo a cera persa, raffigurante la pietà. La Madonna è inginocchiata con le braccia aperte rivolte verso l'alto, con il corpo di Cristo bambino adagiato in grembo. Il gruppo scultoreo poggia su un basamento ligneo impiallacciato, legno di rovere

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione a cera persa
  • ATTRIBUZIONI Messina Francesco (1900/ 1995): scultore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura appartiene al periodo maturo della formazione genovese di Messina, che precede il trasferimento a Milano, avvenuto nel 1932. In questa fase, alla ricerca di un originale e non scontato confronto con il passato e la tradizione, lo scultore guardava con interesse a diverse possibili soluzioni. Lo rivela la Pietà in questione – specie nel trattamento del corpo del Cristo, qui divenuto fanciullo, a esaltare ancora di più la drammaticità della scena, nella resa del volto della madre e nel trattamento linearistico dei panneggi – memore sia dell’espressività esasperata delle sculture medievali di analogo soggetto e dell’estrema tragicità dei dipinti quattrocenteschi dei pittori ferraresi, caratterizzati da espressioni stravolte dal dolore, contorni taglienti e lumeggiature grafiche, sia di un arcaismo espressivo non immune da importanti influssi internazionali moderni, ad esempio Ivan Mestrovic, allora ben conosciuto in Italia. L’opera fu esposta alla XV Biennale veneziana del 1926, anno chiave per lo scultore. In quello stesso anno, infatti, egli partecipa anche alla prima mostra del Novecento a Milano, mentre risale pure ad allora l’incontro e l’inizio dell’amicizia con Arturo Martini, poi consolidatosi attraverso la comune frequentazione degli ambienti della ceramica albisolese della manifattura la Fenice di Manlio Trucco e in esiti linguistici di un arcaismo antiaccademico, influenzato da quell'artista. Sebbene fosse alla sua terza presenza alla prestigiosa rassegna veneziana (vi aveva esordito giovanissimo, nel 1922, tornandovi nel 1924), le sue precedenti opere qui esposte erano state quasi del tutto ignorate dalla critica; in questo caso, invece, la scultura meritò attenzione sia dalla stampa nazionale, sia dalla critica locale. La “Pietà” proviene dalla collezione di Agostino Vigo, ricco commerciante e industriale della juta, fin dall'inizio del Novecento figura importante di riferimento a Voltri. Mecenate e collezionista d’arte contemporanea, Vigo fu acquirente di altre opere di Francesco Messina, fin dalle sue prime esperienze giovanili
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682356
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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