Ritratto di Pio IX. Ritratto di Pio IX

scultura, ca 1854 - ca 1857

mezzo busto in marmo di Carrara che rappresenta il pontefice che indossa una veste ricamata con gli stemmi papali Mastai Ferretti

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA Marmo di Carrara
  • MISURE Profondità: 38 cm
    Altezza: 65 cm
    Larghezza: 60 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • ATTRIBUZIONI Pistrucci Camillo (copia) (attribuito): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
  • INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA tel. 0594395727 - fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it ga-esten@beniculturali.it C.F. 94180300363 - C.U.U. 2JMD21, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il mezzo busto che raffigura papa Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti (Senigallia 1792 – Roma 1878), salito al soglio papale nel 1846, è risolto con una posa perfettamente frontale, con le spalle ricoperte dalla mozzetta di cui vengono indagati con attenzione il panneggio, che ricade simmetricamente sulle spalle, l’abbottonatura e la stola. L’opera già attribuita a Pietro Tenerani da Luca Silingardi (L. Silingardi, La celebrazione del potere, in Pio IX, Religione e politica al vaglio della modernità a cura di D. Menozzi e M. Al Kalak, Modena, 2011, pp. 121- 128) viene indicata genericamente nella Nota di oggetti appartenenti a S.A.R. L’Arciduca Francesco V d’Austria, riportata da Adolfo Venturi in La Regia Galleria Estense di Modena (Modena 1882, p. 469), come «Ritratto di Pio IX in marmo di Carrara». A parere di Silingardi si tratterebbe di una replica, con poche varianti, rispetto al busto della Chatsworth, Devonshire Collection eseguito dal maestro tra il 1846 e il 1848. Silingardi osserva il Pio IX inglese ma avrebbe potuto osservare anche la versione dello stesso soggetto appartenente alle collezioni dell'Accademia di San Luca di Roma (inv. 0143) oppure, ancora, la versione oggi conservata a Senigallia nella Chiesa di Santa Maria del Ponte al Porto. Il mezzo busto che però abbiamo davanti a noi, nelle inevitabili differenze, presenta interessanti difformità che lo rendono diverso, a cominciare dall’abbottonatura della mozzetta, dalla morbidezza del bordo di ermellino della mantellina, dalla stola ricamata (con ornati a girali, a palmette e foglie di quercia, di classicistico repertorio e con tanto di stemma della famiglia comitale Mastai Ferretti sormontato dal triregno e dalle chiavi di San Pietro), dall'immagine dello Spirito Santo (con le scritte PIUS IX e PONT. MAX.), dal nodo e dalle nappe che stringono la stola. Il volto del papa è poi animato da un sorriso che ne plasma tutti i lineamenti facciali contribuendo a donargli un aspetto più disteso rispetto all’opera del Tenerani. I capelli corti, mossi e delineati a ciocche, formano sulla fronte un ciuffo che sfugge alla papalina poggiata sulla sommità del capo. Non appartiene, dunque, l’opera della Galleria Estense al prototipo poi replicato con minime varianti del busto della Chatsworth, Devonshire Collection. È un’opera differente con caratteristiche d’immediatezza naturalistica che supera la formalizzazione più severa della citata scultura posta come termine di paragone. Pio IX ha qui un’aria più giovanile, la testa appare leggermente reclinata, la bocca si apre in un accenno di sorriso e sorridono persino gli occhi. Più calzante appare il confronto col Pio IX scolpito da Camillo Pistrucci (Roma, 1811-1854) e oggi al Museo Civico del Risorgimento di Bologna. Camillo Pistrucci, figlio di Benedetto (famoso scultore, intagliatore di gemme e medaglista) fu allievo del Thorvaldsen. Lo scultore, al servizio dei Musei vaticani, morì di colera nel 1854 a soli quarantatrè anni. Graziella Martinelli Braglia (Sculture a Corte: terrecotte, marmi, gessi della Galleria Estense dal XVI al XIX secolo, Modena, 1996, p. 116) sottolineava come la presenza del mezzo busto, nelle raccolte estensi, non è probabilmente estranea a un evento di grande rilievo come il soggiorno a Modena di Pio IX tra il due e il quattro luglio del 1857, un breve soggiorno che ebbe per Francesco V d'Austria-Este un significato politico oltre che religioso. La mattina del quattro luglio, accompagnato dal duca fino al confine, il Papa abbandonava Modena e si recava a Bologna. Il papa visitò Palazzo Cataldi, luogo in cui i produttori locali avevano allestito una mostra per esibire l’industriosità degli «artieri» bolognesi. In una delle sale, sottolinea il cronista «sorgeva su un tronco di colonna un magnifico busto in marmo effigiante Pio IX, che già maestramente scolpiva il romano Pistrucci» (vd. Ragguaglio del viaggio della santità di nostro signore papa Pio IX […], Roma 1857, p. 182). Se a quella data il busto di Pio IX fosse stato già realizzato, per gli estensi, avrebbe meritato almeno un cenno di attenzione nelle cronache. A quella data, inoltre, Pistrucci era, come abbiamo visto, già defunto. La stessa Martinelli Braglia sottolineava l’individuazione di un busto in gesso, assai simile, in collezione privata modenese «con minime varianti» e di provenienza dall’area bolognese. Probabilmente l’opera che oggi osserviamo è da ascriversi a uno scultore che opera, a metà Ottocento e che attinge al modello di Pistrucci, quasi a farne una copia. Sul catalogo dei beni cultura del Mibac viene riportata una scheda (00953655) di un autore romano che mostra una rappresentazione pressoché identica all’opera della Galleria Estense e che rimanda ancora una volta al modello romano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676921
  • NUMERO D'INVENTARIO R.C.G.E. 7040
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
  • DATA DI COMPILAZIONE 2019
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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