Ritratto di Gabardo Gabardi

dipinto, post 1860 - post 1860

Ritratto da ragazzo. In abito scuro, onorificenza con una croce. Seduto presso un tavolo con varie suppellettili, la medaglia del collegio, un manoscritto in cui si legge "Addio, [...] 28 giugno 1860" e la sua firma. Alla destra una lavagna con una figura geometrica. Scritta in basso. In cornice di legno semplice, moderna

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 118 cm
    Larghezza: 90 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Modenese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
  • INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Figlio del conte Olivo detto Miso (o Mino), poeta e storico, e della sua seconda moglie Isabella Rossi, Gabardo Gabardi Brocchi, unico figlio della coppia (il padre aveva avuto tre figli dal precedente matrimonio) nacque il 17 gennaio 1845 a Firenze, ma molto presto si trasferì con la famiglia a Carpi (MO) ove il padre si era ritirato per motivi politici. A otto anni il piccolo Gabardo già scriveva nell'"Album dei fanciulli" di Silorata. Nel 1855 entrò al collegio S. Carlo di Modena come convittore e ne uscì completati gli studi nel 1860, eletto in quell’anno Principe di Scienze e di Belle Lettere presso l’Accademia interna. Tornato con la famiglia a Firenze, Gabardo si iscrisse all'Università di Pisa, ove si addottorò in Scienze costituzionali amministrative. Al suo ritorno da Pisa, nel 1866, fu nominato uno dei cinque revisori della camera dei deputati. Sposò Bianca Maria Villa da cui ebbe un figlio, Vittorino. Nel 1876 rinunciò all'impiego ed entrò nel giornalismo scrivendo continuativamente per la "Gazzetta d'Italia" e collaborando con numerose testate fra le quali la "Fanfulla", "il Corriere della Sera", "il Fieramosca", "Illustrazione italiana", la "Gazzetta Letteraria" di Torino, le "Figaro" di Parigi. Discusse con particolare competenza le questioni d'arte musicale, essendo egli stesso autore di buona musica (vocale da camera e per pianoforte, orchestrale per banda) e avendo studiato musica a Modena con il maestro Cuboni e a Firenze con il maestro Alessandro Biagi. Oltre a un "Album musicale", pubblicò numerose opere in prosa e in versi, fra le quali ricordiamo: la raccolta di novelle "Rugiade e grandini", i romanzi "Sangue nero" e "Paola", il dramma "Casa Mombelli", la commedia "Una visita del sciurin Malvasia", l'atto unico in versi "Leggi di natura". In seguito scrive anche un libro di memorie sulla madre Isabella Rossi Gabardi, poetessa e patriota illustre, che è stata identificata dalla critica come "l'amica lontana" cui furono diretti i versi del Giusti. Questo libro, dal titolo "Mia madre. I suoi tempi, i suoi amici" (ed. Civelli, Firenze 1900-1902), costituisce un ampio affresco della cultura e della società fiorentina del XIX secolo. Gabardo morì a Rovellasca, presso Como, il 2 settembre 1915. Il suo ritratto è assegnabile alla mano di un pittore ancora anonimo, probabilmente interno al collegio o molto vicino ad esso, allievo dell'altro pittore attivo negli anni quaranta del secolo e autore di numerosi ritratti. Le caratteristiche dell'autore di questo ritratto lo rendono abbastanza riconoscibile, benché di qualità inferiore rispetto al probabile maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438787
  • NUMERO D'INVENTARIO 0600
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • ISCRIZIONI in basso - SIG(NO)R CONTE GABARDO GABARDI DI FIREN.ZE/ 6° PRINCIPE DELL'ACC(ADEMI)A. DI SCIEN.ZE E LETT(E).RE 1860 - lettere capitali - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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