San Girolamo

dipinto,

San Girolamo è raffigurato di tre quarti su sfondo scuro secondo l'iconografia tradizionale: anziano, con barba e capelli bianchi, vestito solo parzialmente di un panno rosso. Intento a tradurre per la Vulgata, il santo segue il testo sacro con l’indice sinistro mentre la mano destra sospesa regge la penna. Senza cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE palazzo Prati Savorelli
  • INDIRIZZO corso Armando Diaz, 49, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Modello per questa tela è il “San Girolamo nello studio” di Jusepe de Ribera, conservato presso lo Szepmuveszeti Muzeum di Budapest (inv. 73.3) e ricondotto allo spagnolo nel 2006 da Nicola Spinosa. L’attribuzione è stata poi precisata negli anni successivi da Gianni Papi e da Eva Nyerges, circoscrivendo il dipinto alla fase giovanile del Ribera. Viene datata, infatti, quando si prepara a lasciare Roma per trasferirsi a Napoli, nel 1617 circa. Secondo le ricostruzioni svolte dai succitati studiosi, il “San Girolamo” di Budapest potrebbe essere uno dei quattro Dottori della Chiesa, annotati nell’inventario 1638 della collezione di Vincenzo Giustinani con l’indicazione “si crede di mano del Spagnoletti”; successivamente ripreso in quello redatto da Pietro Angeletti nel 1793: “Altro di palmi 4. 5 1/2 . per alto rappresentante S. Girolamo dello Spagnoletto” (cfr. S. Danesi Squarzina, La Collezione Giustiniani. Inventari I, Torino 2003, pp. 321-325). Tale presunta originaria collocazione rimanda in un certo qual modo alla componente caravaggesca nell’opera romana di Ribera. Difatti, il “San Gerolamo” di Budapest mostra una vicinanza concettuale con quello realizzato dal Caravaggio, che si conserva al Museu de Montserrat (Barcellona): ricondotto al Merisi da Longhi nel 1943, è stato acquistato per il monastero di Montserrat l'anno 1915 come opera dello ‘spagnolo’ Ribera (cfr. Ibidem, pp. 111-113). Questi, tuttavia, poco dopo l’arrivo in Italia sviluppa una straordinaria inventiva e la capacità di proporre soluzioni alternative a quelle di artisti già affermati, sintonizzandosi con il gusto e le richieste della committenza colta e raffinata. Da qui gli apprezzamenti e i rapporti con Vincenzo Giustiniani, Giulio Mancini, Mario Farnese e altri: un ambiente prestigioso che offre visibilità al giovane pittore, promuovendo richieste anche da parte dei collezionisti minori. Considerata la qualità del dipinto Prati, nonostante lo stato lacunoso e la difficoltà di lettura, si può azzardare che si tratti di una copia non così lontana nel tempo dal modello. Negli inventari ottocenteschi di casa Prati Savorelli compaiono alcuni quadri raffiguranti il Padre della Chiesa. Quello che può avvicinarsi alla presente versione è la “tela” di “Maniera del Domenichino” con l’indicazione della provenienza dal ramo famigliare Prati e misure vicine: cm 99 x 80 (per la “Nota dei quadri esistenti in Forlì” si suppone datazione 1863 post quem). L’attribuzione al Domenichino ritorna nello “Elenco di Quadri appartenenti alla M.a D.re Contessa Chiara Prati Ved.a Savorelli valutati oggi 23 Genn.o 1902 dal Illmo Sig. Prof Cav.e Anacleto Guadagnini. / […] 13 / San Girolamo / Domenichino / £ 200”. Nella “Nota di quadri che meritano restauro, e nomi degli autori” ricompare un “San Girolamo” del Domenichino assieme a una “Maddalena”, definiti bellissimi dall’anonimo estensore e bisognosi di restauro. Nello “Inventario di Quadri che trovansi vendibili dal Pittore Sig. Beretta e che sono di proprietà dei Sig.ri C.ti Savorelli / Inventario dei Quadri di proprietà dell’Ecclma Famiglia Savorelli tenuti in custodia dal Sig. Gio: Berretta, onde poterne procurare la vendita”, è segnato al “Numero d’ordine 71” un “San Girolamo mezza figura / Incerto / 3 ½ per 3”: quindi da escludere per non concordanza di misure. Invece al numero “80” si trova “Un san girolamo / stile del guercino […] 3 per 2 ½ di larghezza” (se non altrimenti indicato, si suppone il palmo come unità di misura), dove il perito pittore Giovanni Berretta [Beretta] può aver aggiornato la stima attributiva. È da escludere un quadro più piccolo con “S. Girolamo, e Santo anacoreta in mezza figura” della “Maniera del Parmeggianino”, presente sempre in quest’ultimo elenco e poi ribadito nella “Stima di quadri appartenenti al Conte Giuseppe Savorelli ed ora esistenti nella Pinacoteca Comunale di questa Città” [Reggio Emilia] del 17 Febbraio 1884. Non vi è forse corrispondenza nemmeno con il “N.° 3 Una mezza figura grande al naturale rappresentate un S. Girolamo di scuola Veneziana”, desunto dalla perizia di Paolo Agelli pittore forlivese (1778-1841), formatosi presso l’Accademia di San Luca alle lezioni di Vincenzo Camuccini e Gaspare Landi, tra il 1802 e il 1804, e rientrato a Forlì nel 1810. Bisogna tuttavia rilevare che ricondurre la presente ‘copia Ribera’ a un San Girolamo attribuito al Domenichino pone delle riserve, trattandosi oltretutto di due artisti ‘antagonisti’ nel sistema estetico di Giovan Pietro Bellori. In definitiva, l’incertezza sulla provenienza del “prototipo” e il non reperimento di appoggi documentari nello scandaglio dell’Archivio Storico Prati Savorelli non consentono, al momento, la ricostruzione storica di tale derivazione, indiscutibile da un punto di vista formale. [notizie storico critiche scheda OA/ 1992]: Danneggiato dal bombardamento del'44 è stato giudicato degno di un immediato restauro. La tela, tagliata allora per isolare il salvabile, si presenta lacunosa, specie nella parte sinistra. E' probabilmente da riconoscersi nel San Girolamo citato nelle guide di Forlì come "scuola bolognese del '600". L'analisi stilistica porta a confermare l'attribuzione tradizionale, circostanziandola all'ambito carraccesco bolognese dei primi anni del secolo XVII, qui volto soprattutto ad un'alta accademia classicista, riconoscibile nella fermezza del disegno e nell'anatomia ricercata ed ancora manieristicamente enfatizzata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800052301
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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