Madonna con Bambino e angeli

dipinto,
Jacopo Di Paolo (attribuito)
notizie 1378-1426

La Madonna in azzurro con risvolti gialli e veste rossa, tiene tra le braccia il Bambino. In alto due angeli reggono i bordi di un drappo rosso riccamente decorato in oro, che forma il trono stesso ove siede la Vergine. Alle spalle degli angeli, la cui testa è circondata da un'aureola ormai solo punzonata, il fondo oro origiario è quasi totalmente scomparso e ne è visibile solo la preparazione. Più in alto una semisfera azzurra suggerisce la presenza del cielo. L'immagine è inserita in un'architettura rilevata eseguita nello stesso blocco di legno: questa presenta una cornice che termina con un timpano sui cui lati esterni compaiono tipici elementi fogliacei e al centro un elemento decorativo circolare. La cornice inquadra un arco a tutto sesto con elementi interni appena tubolati, che poggia su due colonne rilevate ai lati

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Jacopo Di Paolo (attribuito): ESECUZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è attribuita a uno dei maggiori maestri del tardogotico bolognese, Jacopo di Paolo, autore di molti "progetti" petroniani e più in particolare del polittico presente nella cappella Bolognini nella basilica bolognese, la cui parte pittorica è sicuramente a lui riferita e datata tra il 1410 e il 1415 (Arcangeli). A quelle date il maestro era già sicuramente attivo, se i documenti ricordano la sua figura già negli anni '89 e negli anni '90; all'apertura del cantiere di S. Petronio, egli è già operoso anche in lavori di responsabilità. Rappresentante nella prima attività di un giottismo rivisto sui modelli della pittura fiorentina della seconda metà del Trecento, dopo il viaggio a Padova recepisce oltre l'influsso diretto dei modi di Giotto agli Scrovegni, anche elementi della contemporanea pittura veneta, da cui perverrà ai modi "internazionali" che diverranno suoi propri già ai primi del Quattrocento. Ispirata al modulo iconografico dei trecentisti toscani, quest'opera rivela anche l'autonoma forza espressiva "bolognese" propria di una generazione di cui si è purtroppo perduta gran parte delle testimonianze materiali. Tra le rare opere su tavola di lui sopravvissute, questa già a Firenze può datarsi alla primissima maturità dell'artista: vi manca infatti quell'espressività più sentita, a volte caricaturale, che caratterizzerà la sua partecipazione a Mezzaratta, ma insieme anche quei ritmi più aperti che gli sarranno propri ai tempi della Bolognini, cui già però prelude la tipologia dell'architettura
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800028731
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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