divinità acquatiche

calco di piatto, 1853 - 1853

Si tratta di un calco di piatto metallico con divinità marine. Attorno alla borchia centrale, decorata di un bassissimo rilievo a rosone, girano cornici a festoni vegetali intrecciati e a perline, con un fregio a girali di vite legati da nastri. Il fregio piu' largo tra raffigurazioni di divinità marine, porta due medaglioni, l'uno iscritto, l'altro con lo stemma dei Torlonia. La fascia del bordo è decorata con un motivo neorinascimentale di foglie d'acanto e trionfi di frutta. Orlo a fioretti

  • OGGETTO calco di piatto
  • MATERIA E TECNICA scagliola
  • MISURE Diametro: 74 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano Ambito Francese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE istituto Prati
  • INDIRIZZO corso Armando Diaz, 49, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fa parte di un gruppo di quattro calchi in scagliola. Come indicato nella scheda n. 292 del catalogo di "Arte e Pietà" (1980), si tratta di un calco ad opera compiuta, dato che il piatto non è più riproducibile. Rispetto al gruppo, è l’esemplare maggiormente documentato poiché una versione in bronzo dorato è apparsa in un’asta di Sotheby's del 2013. Il prezioso oggetto venne commissionato da Alessandro Torlonia e dalla moglie Teresa Colonna Doria a Charles Crozatier (1795-1855), in occasione della cerimonia per la conclusione del prosciugamento del Lago Fucino alla presenza di Papa Pio IX nel 1853. Una grande impresa che riuscì al Principe nel XIX secolo, dopo addirittura i tentativi falliti dell’imperatore Claudio nel I sec. d.C., e che consentì il ritrovamento di importantissimi reperti archeologici, come i cosiddetti “Rilievi Torlonia”, raffiguranti il lago e veduta di città. In omaggio al prosciugamento lacustre, Crozatier cesellò un fregio a tema acquatico, dove spiccano le figure di Nettuno, Anfitrite, Venere, cavallucci marini, putti e nereidi reggenti due specchi con iscrizione e stemma Torlonia. Apprendista del celebre argentiere Jean-Baptiste-Claude Odiot e poi allievo di Pierre Cartellier e François Joseph Bosio presso l’Accademia francese, Crozatier si affermò come scultore in epoca bonapartista, grazie all’abilità nel tradurre con tecnica sofisticata gli stilemi della cultura classica, frutto nondimeno di uno studio diretto sulla statuaria antica in Italia tra il 1821 e il 1823. Il Torlonia si rivolse dunque a un artista in auge e le loro origini comuni (Puy-de-Dôme) agevolarono un lungo rapporto professionale. Attualmente non è chiaro il legame tra il presente piatto e gli altri tre di cui non sono stati rintracciati gli originali in bronzo o argento, ma sappiamo eseguiti tra il 1840 e il 1855. Non è possibile dunque definire la responsabilità esecutiva, anche se lo stile corrisponde a quello Crozatier. I due pezzi con scene nuziali (nell'iscrizione l'anno è cancellato) e scene agresti, potrebbero essere ricondotti al matrimonio fra Alessandro Torlonia e Teresa Colonia Doria, officiato nel 1840, anno ancora visibile sull’iscrizione del secondo. Non è chiaro inoltre come le versioni in scagliola siano pervenute nella collezione Prati Savorelli, probabilmente in seguito ai rapporti di vicinato, dato che i Torlonia possedevano in Romagna il grande podere "La Torre" presso San Mauro Pascoli, amministrato da Ruggero Pascoli padre del celebre poeta
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800024390
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2022
  • ISCRIZIONI in uno dei medaglioni del fregio maggiore - ALEXANDER TORLONIA MDCCCLIII - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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