CIMA D'AURIN (insediamento tracce di insediamento)

Camporosso,

Sito posto esattamente sul crinale che separa la Val Nervia dalla Val Roia. Si presenta come una rocca naturale, con versanti precipiti verso O e pendii molto più dolci ad E. E’ delimitato, su questo lato, dallo sterrato oggi coincidente con l'Alta Via dei Monti Liguri, probabilmente ricalcante il tracciato di crinale antico. Il sito viene indicato come “castellaro” o “insediamento rurale fortificato” nel PTCP (MANNONI 1989, p.122). Alla fine degli anni Settanta la Soprintendenza riceve dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri una segnalazione di rinvenimento di copiosi materiali nell’area: viene pertanto compiuto un sondaggio i cui risultati non risultano editi, anche se ad esso potrebbero riferirsi alcuni dei dati che Martino compendia in una recente comunicazione (MARTINO 1997, pp. 25-26). Martino annovera la presenza di un muro di cinta che circonda la sommità nonchè una torre rettangolare sul lato nord-ovest: tuttavia, al rinvenimento di materiali ceramici (campana A e relativa imitazione, sigillata aretina, italica e sudgallica, fino alla sigillata chiara tipo A e ad alcuni frammenti di lucente) che datano la frequentazione del sito tra II sec. a.C. e tutta l’età imperiale, con tracce di continuità fino ad età tardoantica (pietra ollare), si accompagna il dato di una rioccupazione dell’area da parte delle truppe Piemontesi nel corso della guerra di Successione Austriaca del 1747 (MARTINO 1997, p.26). Tale constatazione, scaturita dall’analisi di coeve carte militari, dove si nota un Forte S.Carlo su “Monte Aurino”, rende difficoltosa, a detta dello stesso Martino, la datazione delle cortine a secco a un'età antica; ciò nonostante,egli lascia aperta la possibilità che si possano riconoscere due fasi edilizie, anche se entrambe in muratura a secco, una delle quali dubitativamente antica. Il sito è stato oggetto di una ricognizione condotta dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria nel 2003. In questa occasione è stato rilevato che il poggio si presenta completamente terrazzato, in particolare nei suoi versanti E e S, e munito di muraglioni in pietra a secco anche di una certa elevazione, che fungono da terrapieno per coltivazioni di vite occupanti il falsopiano sommitale, unitamente a un edificio residenziale. L'unico paramento che sembra mostrare chiari connotati di muro di cinta è posto sul versante orientale ed ha uno spessore pari a circa 1 m. (A). In corrispondenza del vertice nord, dove la cortina sembra saldarsi con quella cingente il versante occidentale, c’è un varco per il quale passa un secondo sterrato, anch’esso in comunicazione con la pista di crinale posta più in basso, verso E: non è chiaro se questa dovesse essere l’originaria porta di accesso, anche perchè i due estremi della discontinuità della muratura sono sbrecciati (B). Il versante occidentale presenta una serie di balze di roccia piuttosto scoscese. Sull’ultima di queste si impostano tracce di una cortina che doveva delimitare il sito verso occidente, e che sul versante NO sembra ottenuta dalla regolarizzazione dell’affioramento roccioso sottostante. Il materiale raccolto è piuttosto cospicuo: particolari aree di dispersione si sono individuate in corrispondenza degli ampi terrazzamenti sul versante S, sulle prime balze del versante O, ed infine sulla strada oggi percorsa dall’Alta Via. Non pare tuttavia documentata una fase pre o protostorica, contrariamente a quanto sembra accreditare Martino. Le caratteristiche del sito non si discostano molto da quelle evidenziate per altri dello stesso crinale: ad una posizione tutto sommato dominante rispetto alle due valli sottostanti, nonché al tracciato di crinale succitato, che farebbero pertanto pensare ad una funzione di sito d’altura arroccato, va abbinata l’esistenza, nel territorio immediatamente circostante, di ampi terrazzamenti, idonei a qualsiasi tipo di coltivazione o allevamento, il che permette di ipotizzare una fase di vita del sito connessa alla presenza di una struttura rustica o generico abitato di prima età imperiale. Problematica permane l’interpretazione delle strutture a secco sommitali, benchè appaia quasi certa l’esistenza di più fasi edilizie e la funzione difensiva di almeno una delle cortine indagate. Notevole il range cronologico di frequentazione del sito, benchè non sia possibile documentare una continuità abitativa

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