Basilica pelocristiana di CAPO DON (basilica, strutture per il culto)

Riva Ligure, V-VI

Il sito occupato dalla basilica si trova in una piana tra la costa e le alture retrostanti, non lontano dalla foce del fiume Argentina, che doveva in età romana ospitare un punto d'approdo se non un porto. Il complesso consta di un grande edificio a tre navate, con un nartece tripartito ed un fonte battesimale nell'ambiente centrale del nartece. Le navate erano scandite da pilastri. L'edificio aveva tre absidi concentriche, la più esterna della quali esternamente poligonale ed internamente curva. Le altre due, di dimensioni inferiori, sono invece curvilinee sui due prospetti. Erano presenti tre accessi, collocati non in facciata ma lungo il lato settentrionale, probabilmente per l'attrazione costituita su quel lato di una viabilità principale, individuata già nel 2009, ma non ancora sottoposta a scavo sistematico. La basilica di VI secolo doveva afferire alla diocesi di Albenga, non essendo attestata la presenza di una diocesi a Ventimiglia prima della metà del VII secolo. Alla facciata originaria venne addossato l'atrio con il fonte battesimale, che aveva una pavimentazione in battuto di malta su acciottolato. Questa prima fase è databile al VI sec. d.C., come confermato anche dalla somiglianza fra il fonte battesimale con quello di Albenga. Tra la tarda antichità e l'alto medioevo si colloca invece una seconda fase edilizia, che comportò la progressiva chiusura della navata nord e la sua trasformazione in spazio funerario, con tombe di varia tipologia (in anfora tagliata, alla cappuccina, a sarcofago). Anche parte del battistero venne occupata da cappelle funerarie con pavimentazione ribassata che ospitavano sarcofagi; tali vani erano accessibili da un nuovo varco aperto a nord. La basilica subì un'importante trasformazione a partire dall'XI secolo, quando venne riutilizzata la struttura di separazione fra la navata centrale e quella settentrionale della chiesa precedente come muro perimetrale di un nuovo edificio di minori dimensioni , senza transetto e con abside semicircolare. Esso ospitava due tombe privilegiate in cassa litica. In questa fase si venne a creare una separazione fra chiesa e battistero, del quale non si può escludere una continuità di utilizzo. Infine un'ultima trasformazione venne effettuata in età tardo-medievale, quando fu realizzata una chiesa più piccola con facciata arretrata rispetto alla precedente e nuova abside semicircolare. L'esterno della chiesa venne destinato ad uso funerario, con tombe entro fossa terragna. Si deve segnalare anche il ritrovamento di una iscrizione altomedievale dedicata ad una giovane donna di nobile famiglia (Maria), trovata reimpiegata nella pavimentazione dei vani antistanti la facciata e quindi priva dell’intero contesto sepolcrale. Nei pressi dell'edificio sono presenti anche impianti produttivi, destinati alla lavorazione della ceramica e del metallo, riferibili all'età romana e proseguiti fino almeno al VI secolo d.C. L'età romana tardo imperiale è testimoniata anche dal rinvenimento di una struttura muraria intonacata con lesena angolare, forse facente parte di una villa marittima

  • OGGETTO basilica
  • MISURE Lunghezza: 27 m
    Larghezza: 58 m
  • CLASSIFICAZIONE strutture per il culto
  • LOCALIZZAZIONE Riva Ligure (IM) - Liguria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Aurelia, km 663, Riva Ligure (IM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La basilica di VI secolo doveva afferire alla diocesi di Albenga, non essendo attestata la presenza di una diocesi a Ventimiglia prima della metà del VII secolo. Si tratterebbe quindi del più occidentale "avamposto" della chiesa nella Liguria bizantina (Pergola et alii, 2014, p. 159). E' stato sottolineato (Frondoni et alii 2013) che la basilica, analogamente ad altri contesti simili, poteva essere la "replica rustica" dei gruppi episcopali, quando ai presbiteri "delle campagne" venne concesso di battezzare e di costituire delle sorte di "parrocchie rurali" che, nel V-VI secolo, assumevano quasi valore di diocesi. Le notevoli dimensioni planimetriche, assimilabili alle cattedrali di Albenga o Luni, inducono a ipotizzare che il complesso paleocristiano di Riva Ligure dovesse rivestire un ruolo plebano nella cura animarum ed avere una rilevanza fondamentale nell'ambito della cristianizzazione della Liguria di Ponente. Sono ancora in corso di definizione i rapporti fra questo complesso e i contesti posti nelle vicinanze. Questi ultimi sono rappresentati sia dall'approdo che si collocava alla foce del Tavia Fluvius, sia dalla viabilità, sia anche dal castrum bizantino di Campomarzio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Monumenti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700309292
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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