FORO di Luni (foro)

Ortonovo, post 177 a.C - ante V sec. d.C

La vita pubblica dei cittadini lunensi si svolgeva al centro della città, nell'area gravitante intorno al tempio capitolino, circonadato da un triportico. La piazza forense, a sud del suddetto tempio e da esso separata dal basolato del decumano massimo, si estende su una superficie di oltre 2000 mq in uno spazio oggi mantenuto a verde e anticamente lastricato in marmo. Alle estremità nord e sud della piazza sono posti due basamenti rettangolari da porre in relazione con statue equestri, mentre i lati lunghi erano cinti da portici. Sul portico occidentale, si allineavano le tabernae, ristrutturate in epoca giulio-claudia su precedente impianto di età repubblicana. Dai portici del lato orientale, invece, si accedeva ad un'area aperta con fontane e ad un'aula con basamento addossato al lato N. Sul lato meridionale della piazza era un complesso architettonico nel quale sono stati identificati la curia e il tabularium. Le più recenti analisi dei contesti di scavo operate in vari settori del sito, hanno reso sempre più plausibile l'ipotesi che un evento traumatico, identificato con un terremoto (segnalato da numerosi indizi forniti dalle indagini archeologiche ma non dalle fonti) abbia in qualche modo determinato l'epilogo della fiorente colonia di Luni, in un momento imprecisato della fine del IV sec. d.C. Estremamente diversificati appaiono i modi di riabitare nel sito urbano, ma restano assai scarni i dati per la conoscenza delle trasformazioni subite dall'assetto urbanistico dopo la catastrofe e per una piena comprensione delle dinamiche di ripresa. Nell'area forense il lastricato in marmo venne asportato interamente e l'interro sgombrato di tutte le strutture degli edifici crollati, recuperati come materiale edilizio. Appare verosimile che nel V sec. d. C. l'area forense a S del decumano massimo si stta riutilizzata ad una quota di poco superiore a quella del precedente lastricato, come attestato dai primi selciati che si sovrappongono al basolato romano. Tra la fine del VI e gli inzi del VII sec. d.C. appaiono le prime testimonianze insediateive nell'area del foro, immediatamente a ridosso del tracciato viario: si tratta di case modeste. con strutture in materiali deperibili. Fosse per rifiuti, pozzi neri, pozzi d'acqua, buche per immagazzinamento, trincee d'asportazione e sepolture testimoniano il collasso delle infrastrutture romane dopo l'abbandono degli edifici ricostruiti parzialmente nella prima metà del V sec. d.C

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