I CIOTTI (luogo di attivita' produttiva residui di lavorazione)

Ventimiglia,

Il sito "I Ciotti" si trova in prossimità della frazione Mortola Superiore (300 m slm), in corrispondenza di un esteso affioramento di conglomerato eocenico, ricco di ciottoli in selce. L'area è posta a meno di un chiometro in linea d'aria a N-NE delle Caverne dei Balzi Rossi. La prima segnalazione della località come possibile area di approvvigionamento di materia prima durante la Preistoria si deve a S. Bonfils e L. Smyers nel 1872; successivamente ne parlarono anche E. Rivière e A. Issel. Ma fu solo alla fine degli anni '60 del secolo scorso, con il reperimento di oltre 2000 manufatti litici da parte di alcuni ricercatori appassionati, che si comprese l'importanza del sito.I manufatti raccolti in superficie durante queste prime ricerche furono in gran parte riferiti ad aspetti musteriani. Nel febbraio 1993,durante un sopralluogo, Sergio Martini e Fabio Negrino rinvennero lungo il taglio della strada sterrata abusiva, che dalla frazione di Colla incide il versante ovest del crinale, alcune sacche di deposito contenenti diversi manufatti scheggiati. L'affioramento conglomeratico attuale presenta infatti una superficie topografica fortemente irregolare, con fratture e anfrattuosità colmate da depositi detritici di versante; nel riempimento residuo di queste depressioni o tasche si trovano conservate le tracce di attività preistorica. A seguito della segnalazione di questi rinvenimenti la Soprintendenza Archeologica della Liguria decise di finanziare un sondaggio esplorativo nell'intento di valutarele caratteristiche del deposito, che venne realizzato nell'ottobre del 1995. Il deposito è costituito dalla copertura e dal riempimento di alcune fratture e concavità dell'affioramento conglomeratico, parallele alla pendenza del versante e tagliate trasversalmente dalla strada. Si compone di diverse unità, differenziate su base sedimentologica e pedologica. L'unità 1, più profonda, è caratterizzata da un suolo moderatamente rubefatto e parzialmente dcarbonato, riferibile ad un momento iniziale del Pleistocene superiore, coincidente con una fase temperato-calda dello stadio isotopico 5. La soprastante unità 2 è costituita da un deposito di origine colluviale, messo in posto in condizioni di clima rigido; con l'inizio dell'Olocene, in seguito alla stabilizzazione dei versanti da parte della ricostituita vegetazione, i sedimenti dell'unità 2 sono stati pedogenizzati da un inceptisuolo. Lo scavo ha interessato solo la tasca n.2, che ha restituito complessivamente 3745 reperti. La presenza di percussori, di nuclei, di schegge di decorticamento, nonché di abbondante debris e di tracce di estrazione sulla stessa parete rocciosa non lasciano dubbi circa il particolare contesto funzionale del sito, caratterizzato da un'evidente attività di cavatura e di prima lavorazione del materiale siliceo estratto dal conglomerato

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