GROTTA GRANDE sotto la Cava della Diga (giacimento in cavità naturale deposizione funeraria)

Pigna,

La cavità si apre circa 200 m a valle della diga di Tenarda, sul versante sinistro dell'Alta Val Nervia; si trova a circa 1225 m s.l.m., un tempo vicina ad una delle sorgenti del torrente, ma soprattutto in prossimità di zone di passo, quali Colla Melosa, verso il Roia e la Francia, a nord ovest, e Colla Belenda, verso il Torrente Argentina e la zona di Triora, a nord est. L'area è compresa nel gruppo calcareo dei Monti Toraggio e Pietravecchia, i cui bastioni caratterizzano con la loro asprezza il paesaggio; i luoghi tuttavia non sono particolarmente impervi, ed anzi offrono ancor oggi ampie zone di pascolo, specie in direzione del Colle Langan. L'ingresso della grotta, rivolto a nord ovest, si trova alla sommità di una conoide di detriti provenienti dalla soprastante cava; alto attualmente 0,50 m e largo 0,60 m, continua verso l'alto in una fessura verticale che raggiunge l'orlo della cava stessa. L'ingresso, in larga parte ostruito dai detriti, immette in un cunicolo largo 1,5 m per una altezza massima di 3 m, esplorato fino a 22 m di profondità; a circa 10 m dall'entrata esso si restringe bruscamente fino a 0,50 m di larghezza, quindi si apre nuovamente, formanto una nicchia poco profonda, per poi continuare senza variazioni rilevanti nell'andamento. Poco oltre i 20 m si apre un inghiottitoio. Il sito è stato rinvenuto il 27/07/1962 ad opera del Gruppo Speleologico Arturo Issel di Genova. La grotta venne denominata e messa a catasto come "Grotta Grande sotto la Cava della diga". Esplorata con interessi precipuamente naturalistici, la grotta rivelò inaspettatamente la presenza di ossa umane in corrispondenza della piccola nicchia posta circa 11 m all'interno del corridoio, che furono recuperate. Insieme ai resti scheletrici vennero recuperati due elementi di ornamento su conchiglia. Gli autori della scoperta,informata la Sovrintendenza (N. Lamboglia) e ricevutene istruzioni, tornarono sul posto nell'agosto dello stesso anno, recuperando altri reperti ossei e un altra valva forata. Le ossa furono consegnate al Museo Bicknell di Bordighera. Non sono state intraprese campagne di scavo. Sono stati recuperati due esemplari di Cypraea forati e una piastrina in conchiglia. Quest ultimo reperto ha profilo rettangolare, con i lati lughi leggermente convessi e sezione ad arco; presenta due piccoli fori affiancati in prossimità di uno dei lati brevi, presentando numerosi confronti sia nell'Eneolitico della Languedoc che in quello italiano (Toscana)

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